Lei e il suo attuale compagno sono a giudizio davanti ai magistrati della sezione penale, presieduta da Daniela Fallarino, per corruzione di minorenni. Secondo l’accusa, la donna avrebbe fatto sesso con il suo compagno in più di un’occasione davanti alla figlia che, all’epoca dei fatti, nel 2015, aveva solo 11 anni. A far scattare l’imputazione per la donna e il compagno era stato il marito da cui la donna aveva divorziato. Ora figlia e donna accusano il padre ed ex marito di abusi sessuali compiuti proprio sulla minore. Il processo scaturito dalla prima denuncia, quello riguardante la visione degli atti sessuali, si avvia a conclusione. Al centro di questo procedimento episodi che si riferiscono al 2016, quando la minore avrebbe raccontato al padre – dal quale la donna era divorziata e che aveva avuto l’affidamento di due figli tra i quali la bambina – che durante i rapporti sessuali con il nuovo compagno, la madre avrebbe deliberatamente lasciato la porta aperta e la luce accesa affinché la figlia potesse vedere. Raccolta la confessione della figlia, l’ex marito aveva sporto denuncia e, dopo un incidente probatorio, il gip Flavio Cusani aveva deciso il rinvio a giudizio sia della donna che del suo compagno con l’accusa di «corruzione di minori». La coppia è difesa da Elena Cosina. Poi, un nuovo capitolo lo scorso anno quando la donna, insieme alla figlia oramai sedicenne, ha presentato a suo volta una denuncia in questura asserendo che l’ex marito avrebbe fatto sesso con la minore. Una seconda denuncia che, di fatto, conferma le tensioni esistenti tra i due ex coniugi, ma che porta al vaglio degli inquirenti un’altra vicenda con un’ipotesi di reato per abusi. Dopo gli accertamenti svolti dalla polizia e in particolare della apposita sezione della Squadra Mobile, il sostituto procuratore Maria Colucci ha chiesto al gip un incinte probatorio per verificare la fondatezza delle dichiarazioni rese dalla minorenne. Alla base della sua richiesta il sostituto procuratore pone la denuncia della minore che sostiene di essere stata costretta a subire, contro il suo consenso, atti sessuali tra il 2018 e il dicembre 2020, periodo in cui era sta affidata temporaneamente al padre. Successivamente, era tornata a essere affidata alla madre alla quale aveva fatto delle ammissioni sulle presunte violenze subite. Ora si attende che il gip. L’uomo che ha attualmente 46 anni e vive in un centro dell’hinterland beneventano, appena saputo di essere indagato per le accuse che gli sono state mosse dalla figlia, ha nominato come suo difensore l’avvocato Antonio Leone. Se sarà concesso l’incidente probatorio vi sarà l’interrogatorio della minore in un’aula protetta ubicata presso la sede della Questura.