L’eventuale futura presenza di truppe occidentali in Ucraina, evocata ieri nella conferenza internazionale convocata a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron – e respinta successivamente dai Paesi occidentali, Italia compresa, “non andrebbe oltre la soglia della belligeranza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné. Interpellato sugli annunci di ieri sera di Macron e sulle reazioni in Francia e in Europa, Séjourné ha spiegato che “bisogna pensare a nuove azioni di sostegno all’Ucraina”, che “devono rispondere a bisogni ben precisi”. Il ministro degli Esteri ha citato a tale proposito lo “sminamento”, il settore “cyber” e la “produzione di armi in loco, sul territorio ucraino”. “Alcune di queste azioni potrebbero rendere necessaria una presenza sul territorio ucraino, senza oltrepassare la soglia della belligeranza”. Il primo ministro francese, Gabriel Attal, intervistato oggi dalla radio RTL, ha dichiarato che non si può “escludere nulla in una guerra” che si svolge ”nel cuore dell’Europa”, incluso l’invio di truppe di terra. ”Due anni fa”, ha ricordato Attal, numerosi Paesi ”escludevano di inviare armi’ agli ucraini. ”Oggi inviamo missili di lunga gittata per sostenere Kiev dinanzi a questa aggressione”. “Quindi – ha proseguito Attal intervistato a margine del Salone dell’Agricoltura di Parigi – ciò che ha ricordato il presidente è che non va escluso nulla in una guerra che, ancora una volta, avviene nel cuore dell’Europa e alle porte dell’Unione europea”. Su questo punto Macron è stato ”chiaro”, ha continuato Attal, ribadendo la posizione della Francia per la quale ”la Russia non può vincere questa guerra” e il presidente Vladimir Putin non può permettersi di poter ”prendere il controllo di un altro Paese libero e democratico con la forza”. Ricordando che la Svezia o la Finlandia, storicamente neutrali, hanno deciso di entrare nella Nato, perché ”sentono arrivare questa minaccia”, Attal ha infine espresso un auspicio per il futuro: ”Non voglio che la mia generazione e le generazioni successive crescano in un mondo di minacce” L’iniziativa francese è piaciuta a Kiev. Le parole di Macron, sono “un buon segnale”, ha affermato oggi la presidenza ucraina, malgrado l’opposizione manifestata da diversi alleati europei e dagli Stati Uniti. “È un buon segno”, ha affermato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. Pur riconoscendo che questa opzione per il momento è “solo una proposta di discussione”, ha aggiunto che “la dichiarazione del presidente francese porta chiaramente la discussione ad un altro livello”. . In risposta alle affermazioni di Macron, un funzionario della Casa Bianca ha detto alla Reuters, che gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare truppe a combattere in Ucraina e che non ci sono nemmeno piani per inviare truppe della Nato a combattere in Ucraina. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato questo secondo punto, sottolineando che “gli alleati della Nato stanno fornendo un sostegno senza precedenti all’Ucraina. Lo facciamo dal 2014 e lo abbiamo intensificato dopo l’invasione su larga scala” ma puntualizzando che “non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”. Il portavoce dell’Unione Europea per la politica estera Peter Stano nel corso del briefing di stampa quotidiano della Commissione ha detto che “siamo a conoscenza delle dichiarazioni pubbliche di alcuni Stati membri secondo cui si potrebbe considerare l’invio di truppe di terra in Ucraina”, precisando che “questo non è stato discusso a livello Ue”. Il presidente polacco, Andrzej Duda, ha raccontato da parte sua che nel vertice di Parigi per serrare le fila sull’Ucraina, l’idea di inviare truppe occidentali in Ucraina non ha raccolto entusiasmo. “La discussione più accesa – afferma Duda – si è svolta intorno alla questione dell’invio di soldati in Ucraina. E anche qui non c’è stato assolutamente alcun accordo”. Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, d’altra parte, ha affermato che “nessun soldato” sarà inviato in Ucraina da Paesi europei o della Nato. In una conferenza stampa Scholz ha affermato che “ciò che è stato deciso tra noi fin dall’inizio continua ad essere valido per il futuro”, vale a dire che “non ci saranno truppe sul terreno, né soldati inviati dagli Stati europei o dagli Stati della Nato sul suolo ucraino”. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha detto che il possibile invio di truppe occidentali in Ucraina “è un’idea di Macron” ma “quando si parla di inviare truppe bisogna essere molto prudenti perché non dobbiamo far pensare che siamo in guerra con la Russia. Noi non siamo in guerra con la Russia, difendiamo” l’Ucraina “e nel mio giudizio personale non sono favorevole ad inviare truppe italiane a combattere in Ucraina”. Successivamente, Palazzo Chigi ha spiegato in una nota che “la conferenza organizzata ieri a Parigi dal presidente Macron ha costituito l’occasione per riaffermare, con la partecipazione del viceministro Cirielli, il pieno impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina nella lotta a difesa della propria sovranità e integrità territoriale”, sottolineando che “fin dall’aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev” e “questo supporto non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato”. E anche il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha escluso per ora l’invio di truppe in Ucraina, affermando che al momento non è una questione rilevante per la Nato. In un’intervista all’emittente pubblica svedese SVT, Kristersson ha affermato: “Al momento siamo impegnati a inviare attrezzature avanzate all’Ucraina in diversi modi”, aggiungendo che “non c’è richiesta” da parte ucraina di truppe, quindi la “questione non è attuale”. Oggi, inoltre, anche la Santa Sede ha respinto l’ipotesi evocata da Parigi. L’invio di truppe occidentali in Ucraina -ha detto il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin- “sarebbe quella escalation che abbiamo sempre cercato di evitare fin dall’inizio, uno scenario non direi apocalittico ma temibile”. In quanto a Londra, dopo che ieri sera il governo di Rishi Sunak ha dichiarato che non ha intenzione di inviare militari in Ucraina, quanto meno non “su vasta scala”, oggi un portavoce dell’esecutivo ha precisato che “il Regno Unito ha già invece un piccolo numero di effettivi inviati nel Paese per assistere le forze armate ucraine, inclusi istruttori medici militari”. Nello stesso tempo, il portavoce britannico è tornato a sottolineare il peso dell’aiuto bellico indiretto a Kiev del suo Paese, fra gli alleati della Nato. Londra – ha ricordato – “sta addestrando numerosi militari ucraini qui nel Regno Unito. E noi ovviamente sosteniamo le truppe ucraine pure attraverso forniture di equipaggiamento” militare e munizioni. L’ipotesi di inviare truppe occidentali in Ucraina è stata respinta con forze – e una certa dosi di sarcasmo – da Mosca. Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov -interrogato sulle dichiarazioni di Macron- ha detto che alcuni leader occidentali dovrebbero “usare la testa per pensieri più razionali e sicuri per l’Europa”. L’ex presidente russo Dmitry Medvedev, invece, ha dichiarato che “sembra che l’incontinenza di Macron nel parlare sia diventata un problema persistente e doloroso”. Sul suo canale Telegram, Medvedev ha aggiunto che il presidente francese “non si prende cura di se stesso”. “Oppure – ha concluso – è ora di cambiare dieta: ostriche e champagne vanno bene, ma non sei più un ragazzino. L’enuresi verbale alla sua età è pericolosa”. E il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha spiegato che l’invio di truppe Nato in Ucraina “non sarebbe nell’interesse” dell’Occidente”, perché se soldati di Paesi occidentali dovessero essere inviati in Ucraina si scatenerebbe un conflitto diretto con la Russia, “non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità, ed è così che la valutiamo”.