PIEDIMONTE MATESE – Si è chiuso in bellezza la quarta edizione della rassegna di eventi ed incontri “Il maggio a Piedimonte Matese” apertosi con un incontro di riflessione sulle figure di Aldo Moro e Peppino Impastato in collaborazione con l’associazione culturale Byblos”.
L’appuntamento finale è stato quello relativo alla presentazione dell’antico catasto conciario del 1754 : un atteso restauro finalmente portato a pieno compimento dall’assessorato alla cultura del comune di Piedimonte Matese guidato dal docente Costantino Leuci che ha introdotto l’incontro svoltosi nell’auditorium comunale di largo San Domenico. La relazione tecnico- storica è stata effettuata da Luigi Arrigo, direttore della biblioteca diocesana di Alife-Caiazzo, che ha curato il progetto di restauro . “Con il catasto conciario – così chiamato perché la moneta usata per valutare i redditi ed i patrimoni era l’oncia ma non più circolante mentre la moneta reale era il ducato – ha detto Arrigo – fu tentatal’introduzione nel regno di Napoli di un più moderno sistema di tassazione della proprietà e dell’industria ma permasero privilegi e sperequazioni. In particolare per i beni feudali che non erano tassati, i beni ecclesiastici che pagavano la metà delle imposte stabilite e per il cosiddetto “patrimonio sacro” esentato .In sostanza le università, i comuni di allora, erano tenuti ad una sorta di censimento di possessori di beni in base ad una serie di classi ma il nuovo sistema non fu mai applicato. Arrigo ha illustrato l’importanza di una corretta conservazione del patrimonio libraio :”il restauro dei libri e dei documenti antichi assume un’importanza notevole per la salvaguardia e la conservazione della nostra memoria e del nostro patrimonio artistico. Un intervento che va al di là di quanto preventivato e dei fondi messi a disposizione dalla regione Campania; reso possibile grazie alla disponibilità del restauratore, maestro Rosario Niola. Ditta accreditata presso le competenti sovrintendenze e presso l’istituto centrale di patologia del libro”. Parecchi gli interventi realizzati per il restauro del preziosissimo volume : scucitura dell’intero volume ed asportazione della coperta in carta marmorizzata, degradata e non più recuperabile,il recupero del tassello in pelle originario riportante la dicitura “conciario 1754”, la pulitura con pennello a sete morbide, il lavaggio dei singoli fogli dei vari fascicoli in acqua demonizzata al fine di smacchiare le carte(macchie idrosolubili) e dissolvere gore e tracce di umidità, l’asciugatura dei singoli fogli, l’integrazione e rinforzo dei bordi dei singoli fogli con carta giapponese, l’integrazione delle lacune con carta della stessa tipologia dei fogli orginali, cucitura, legatura con nuova coperta in cartone marmorizzato con dorso in pelle ed angoli in pergamena, pressatura ed asciugatura”. Quindi ha dato una serie di indicazioni su cosa fare per una buona conservazione e cosa non fare ma “la cura migliore per i documenti antichi rilegati – ha concluso Arrigo- è .aprirli e consultarli almeno una volta ogni tre mesi”. Presente il restauratore Rosario Niola ed il docente emerito di storia moderna presso la “Federico II” , Guido D’Agostino.
Michele Martuscelli
{gallery}onciario{/gallery}