Ascanio Celestini torna domani al Napoli Teatro Festival Italia con una novità assoluta, ‘Che fine hanno fatto gli indiani Pueblo? Storia provvisoria di un giorno di pioggia’, che presenta ancora in forma di studio, alle ore 21, nel Cortile d’onore di Palazzo Reale (replica il 20 giugno alla stessa ora). In scena, con lui anche il fisarmonicista Gianluca Casadei, il suono è di Andrea Pesce. Lo spettacolo, prodotto da Fabbrica, fa parte di un’ideale trilogia, iniziata con Laika, testo del 2015 che l’autore romano ha portato in scena con successo nella passata edizione del Festival. Celestini, nel suo nuovo lavoro teatrale, ritorna sui temi della marginalità. Nel titolo fa riferimento agli Indiani d’America, quelli dediti ai riti della pioggia. “Imponenti masse d’acqua – racconta Celestini nel presentare la nuova pièce – spostandosi sulla superficie del mare, provocano onde sismiche che vanno a incrociarsi con i movimenti delle profondità marine. Questo incontro scatena un fenomeno straordinario: un suono planetario senza fine che è facile ascoltare se stai dalle parti delle fasce di Van Allen, a 20 mila chilometri dalla superficie terrestre; così come lo sentono gli indiani Pueblo che scendono dalle finestre delle loro case. Battono i piedi sulla terra e arrivano i nonni, così chiamano le nuvole. E comincia a piovere. E l’acqua gira tra il cielo e la terra facendola vibrare come una gigantesca campana che corre nello spazio a 100 mila chilometri all’ora”. Realizza così una visione di scenari affascinanti, “perché viaggiando con la mente si risponde a una provocazione irresistibile”, come ci si aspetta da Celestini che ci trasporta in mondi lontani conducendoci infine sempre all’uomo, a quello che vive da estraneo accanto a noi, ma anche dentro di noi: “Questa è la storia di un giorno di pioggia – racconta – Questa è la storia di una barbona che non chiede l’elemosina e di uno zingaro di otto anni, della barista che guadagna con le slot machine e di un facchino africano, ma anche di un vecchio che chiamano Giobbe. Questa è la storia del Cinese, di una madre che fa la zuppa liofilizzata, e di un paio di padri che non conosco il nome. Questa è la storia di una giovane donna che fa la cassiera al supermercato e delle persone che incontra”