NAPOLI – Si avvia al termine la stagione teatrale 2012/2013 del Teatro Elicantropo di Napoli, ospitando, da giovedì 2 a domenica 5 maggio 2013, l’evento conclusivo Oltre la linea, rassegna di danza contemporanea e teatrodanza che vedrà alternarsi in scena, rispettivamente, le compagnie Akerusia Danza ed Excursus (in scena da giovedì 2 a sabato 4), la compagnia Uroburo teatrodanza (in scena domenica 5).
Oltre la linea è un progetto a carattere regionale, ideato nel 2010 dall’Associazione Culturale ItinerArte, finalizzato alla promozione della danza contemporanea e del teatrodanza, attraverso un percorso itinerante, in vari nei borghi storici, e metropolitano, come il Teatro Elicantropo di Napoli, struttura ideale per una completa simbiosi tra corpo, spazio e musica. Il luogo dello spazio scenico risulta, quindi, come una scatola magica in cui tutto si muove per la ri-creazione della realtà, attraverso il gioco delle forme, delle luci, delle improvvise corse e ricadute dei corpi in movimento espressivo. “Il lavoro artistico dell’Associazione Itinerarte – si legge in una nota – è basato sull’amore verso la danza contemporanea e sull’opportunità di gestirne gli eventi, in tutte le sue molteplici capacità di esprimere: il corpo dei danzatori, il contenuto emotivo e poetico del coreografo. La danza è l’attraversamento di una consuetudine, e non un’esposizione di repertorio o una rappresentazione di balletti, in cui, poco viene espresso rispetto all’urgenza artistica di manipolare i corpi dei danzatori, per un tessuto vivente che esprima sensazioni e sentimenti necessari”. Il primo appuntamento programmato dalla rassegna Oltre la linea, da giovedì 2 a sabato 4 maggio, è con le compagnie Excursus e Akerusia Danza che, in collaborazione con Itinerarte, presentano Ritratti, nuovo progetto dei coreografi Elena D’Aguanno e Ricky Bonavita. Ritratti è un viaggio attraverso e oltre lo sguardo, attraverso e oltre le emozioni provate di fronte a un corpo, a un disegno, a una forma, anche se indefinita a una danza dove gli artisti cedono il passo, avanzano, osano nuovi approcci e duettano nell’alchimia delle forme, schegge di luce tra sguardi divergenti e convergenti, vicini e lontani. Il lavoro si presenta con una proposta registica e scenografica unitaria che valorizza le diverse cifre stilistiche e coreografiche. Accanto a Memorie di Elena D’Aguanno, Solo di Sonia Di Gennaro, Studio4 di Alessandro Sebastiani e alcuni brani da Dies festi di Ricky Bonavita, sarà presentata Quasi cielo, la nuova produzione di Akerusia Danza, scritta e diretta da Raffaele De Martino e con la coreografia di Sonia Di Gennaro e di Sabrina D’Aguanno. Domenica 5 maggio sarà la volta di Donne cartoon, spettacolo di teatro danza di Daniela Mancini, che vedrà impegnati in scena, oltre alla stessa Daniela Mancini, Laura Ferraro, Antonella Migliore, Paola Saulino, unitamente alla voce recitante di Marco Perillo. In Donne Cartoon, come tutti gli spettacoli di Uroburo Teatrodanza, la poesia del corpo e della parola sono la codifica indissolubile e avvolgente di ogni loro lavoro. Il titolo è già un filo d’Arianna che conduce, o meglio, sono le tre donne cartoon a guidare lo spettatore nei meandri sfavillanti delle loro storie di donnine forti e audaci. Sono ironiche proprio come la vita. Sono sognatrici che non hanno mai permesso a nessuno di impedire che i loro sogni potessero fluire in direzione di quell’aurora tanto desiderata. Sono piene di ricordi, determinate, paradossali, suadenti e vittime di un ingranaggio come tutte le donnine del mondo. Sono tre donne in carcere, un carcere dove la musica e il brio regnano sovrani. Le loro vite sono drammatiche, ma lo spettacolo non lo è per nulla, perché loro sono ‘le tre donne cartoon’. Il lavoro dell’Associazione ItineraArte nel progetto Oltre la linea, ma non solo, si basa sull’amore verso la danza contemporanea e sull’opportunità di gestirne gli eventi, in tutte le sue molteplici capacità di esprimere, con il corpo dei danzatori, il contenuto emotivo e poetico del coreografo. La danza manifesta l’attraversamento di una consuetudine, e non un’esposizione di repertorio o una rappresentazione di balletti, in cui, poco è espresso rispetto all’urgenza artistica di manipolare i corpi dei danzatori, per un tessuto vivente che esprima sensazioni e sentimenti necessari. La tensione alla massima libertà da qualsiasi schema pre-concetto determina, così, l’esprimersi “alto” di un modo di intendere la vita, sia nei suoi aspetti quotidiani sia astratti. La danza rappresenta la massima espressività del sentimento, specie se libera di contaminarsi, sporcarsi e ricrearsi, in contatto con altre arti vicine come la pittura, la poesia, il teatro, la musica.