I 99Posse firmano la colonna sonora del Film sugli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni Sono i 99 Posse, la famosa band napoletana nata negli anni novanta all’interno del centro sociale Officina99, a firmare “87 ore”, la sigla finale del film di Costanza Quatriglio “87 ore – gli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni”. Con questo film-documentario, in uscita il prossimo 23 novembre, l’autrice prova a far luce sul caso dell’insegnate elementare Francesco Mastrogiovanni che, sottoposto a TSO il 31 luglio 2009 e rinchiuso nel reparto psichiatrico di Vallo della Lucania, ne uscirà morto il 4 agosto successivo. Il maestro elementare, da sempre anarchico, venne prelevato forzatamente dopo essere stato circondato per circa due ore nelle acque di Pollica. La sua colpa fu di aver attraversato, il giorno prima, l’isola pedonale con l’auto. Tanto bastò per innescare l’emissione di un ordine di TSO, dall’allora sindaco Vassallo nonostante non ne avesse facoltà. Il TSO, infatti, può essere ordinato solo dopo il parere di due medici. Ma quello era solo l’inizio. Durante il ricovero Mastrogiovanni restò legato mani e piedi a un letto senza un attimo di libertà, mangiando una sola volta all’atto del ricovero e assorbendo poco più di un litro di liquidi da una flebo. La sua dieta per tre giorni e mezzo, in effetti, furono i medicinali (En, Valium, Farganesse, Triniton, Entumin) per tenerlo sedato, per cosa non si è mai capito. Le immagini di videosorveglianza interne hanno dato la possibilità di dimostrare e ricostruire la tortura a cui l’uomo è stato sottoposto e, alla fine, sono arrivate le condanne. Nel processo di primo grado sono stati condannati sei medici per sequestro di persona, morte come conseguenza di altro delitto e falso in atto pubblico. Dodici infermieri sono stati assolti anche se ora, nel processo d’appello, è stato chiesto di rivedere la loro posizione partendo dal presupposto che gli infermieri non sono “meri esecutori” ma professionisti che avrebbero potuto interrompere l’agonia di Mastrogiovanni. Al di là dell’esito del processo e quindi delle eventuali condanne per gli infermieri un dato è certo: Francesco Mastrogiovanni, entrato in ospedale in buone condizioni fisiche e senza avere commesso reati, ne è uscito morto dopo pochi giorni senza che ai parenti fosse consentito di visitarlo. E se non fosse stato per la combattività di parenti e amici la vicenda si sarebbe chiusa con un “non è successo niente”. Come troppo spesso accade per i morti nelle carceri e negli ospedali. Il docufilm sarà proiettato dal 23 novembre a Milano e Roma e verrà trasmesso dalla rai nella serata del 28 dicembre. “La scelta di non raccontare la vita di mio zio è voluta – ha dichiarato Grazia Serra, nipote di Francesco Mastrogiovanni – Pensiamo che questo film possa rappresentare anche altre storie. Le immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza sono le uniche, ma questo non è certo l’unico caso accaduto in Italia. La cronaca racconta di contenzioni improprie, di reparti chiusi, di altre morti per TSO”.
Luca Leva
Giulia Ambrosio