”Un modello per i giovani, un grande italiano e grande napoletano”. Cosi’ il rettore dell’Universita’ Orientale di Napoli Lida Viganoni ha definito il maestro Riccardo Muti prima di conferirgli la laurea honoris causa. La Viganoni ha sottolineato la presenza di Muti in citta’ in ”un momento difficile per il saccheggio dei Girolamini e l’incendio del Polo di eccellenza di Citta’ della Scienza”.

”E’ una laurea che vuole premiare un uomo che ha dedicato e dedica tutto se stesso a coltivare e diffondere la tradizione musicale, da sempre fonte di prestigio per l’Italia. In questo tempo di crisi che segna profondamente molteplici aspetti della nostra societa’, la cultura e’ uno dei pochi ambiti di cui possiamo ancora vantarci”. Muti, dopo aver ricevuto la laurea, ha raccontato alcuni aneddoti a cominciare da quando, tre anni fa, torno’ al liceo Vittorio Emanuele di Napoli, dove studio’ da ragazzo: ”Appena entrato – ha raccontato – mi viene incontro il custode dicendomi, ‘maestro, vi tengo sempre davanti agli occhi’. Poi mi ha portato a vedere una lapide, davanti alla sua guardiola su cui ci sono i nomi dei diplomati illustri e in fondo c’e’ anche il mio nome. Ero anche l’unico in vita su quella lapide”. Il maestro ha poi diretto i giovani del conservatorio in una prova d’orchestra, mostrando alla platea di circa 700 persone raccolta nella basilica di San Giovanni Maggiore a Napoli, come il direttore d’orchestra prepara un brano sinfonico e voltandosi spesso a parlare con il pubblico. ”Faremo – ha detto introducendo la prova d’orchestra – quello che un giorno sarebbe bene che si facesse durante i concerti, che non siano piu’ queste cerimonie ormai insopportabili. Il pubblico deve essere compartecipe dell’esecuzione, perche’ un rito a cui partecipiamo tutti”.

 

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