NAPOLI – A sentir parlare di un tesoro nascosto si pensa subito a un forziere colmo di monete antiche e preziose. Ed è proprio quello che aspetta i visitatori al Museo Archeologico Nazionale di Napoli che domenica 16 marzo aprirà le porte di una collezione “segreta”, quella delle monete del museo, una delle più importanti collezioni d’Italia, con circa 150mila pezzi, dalle monete di età greca fino a quelle della zecca borbonica.
“Monete ed economia nel mondo antico”, questo il titolo del percorso guidato, è un’occasione resa ancor più rara dalla presenza di archeologi e storici esperti in numismatica che sapranno raccontare non solo le epoche in cui si usavano le varie monete ma anche gli aspetti economici legati al loro uso. Il collezionismo di monete risale infatti al ‘500 come dimostra la collezione Farnese, formatasi a Roma ma che poi arrivò a Napoli in eredità a Carlo di Borbone. La collezione presenta una scelta di monete e medaglioni con i generi preferiti dagli eruditi e dai collezionisti del Rinascimento: i ritratti di uomini illustri artefici della storia antica, la rappresentazione di episodi storici e i monumenti celebri dell’antichità scomparsi o non più identificabili. Collezionista attento e appassionato fu anche il cardinale Stefano Borgia, prelato erudito e dagli interessi antiquari tardo-settecenteschi, la cui raccolta venne venduta da un erede, al re di Napoli Gioacchino Murat. La collezione del Borgia comprende le serie monetali prodotte in Etruria, Umbria, Lazio, Roma e nell’Italia centrale adriatica. Si fa poi un balzo in avanti con la seconda sezione del medagliere del Museo napoletano che comprende circa 7000 monete che raccontano la storia monetaria dell’Italia meridionale dal VI secolo a.C. fino all’età medioevale e moderna terminando con la monetazione del Regno di Napoli, in un cammino lungo ben venticinque secoli. Nelle sale dedicate al periodo romano un posto di rilievo occupa il settore dedicato a Pompei con circa 15.000 monete ritrovate negli scavi fino al 1970: l’incasso di una bottega, gli spiccioli o più consistenti gruzzoli recuperati accanto agli scheletri di fuggiaschi in borse di stoffa o cuoio, le cospicue somme conservate in casseforti con gioielli e argenterie; sculture, suppellettili, affreschi e documenti epigrafici danno un’immagine vivace della vita quotidiana, del mercato cittadino e delle attività produttive. Le domeniche alla scoperta di tesori “nascosti” dell’arte a Napoli sono organizzate da Campania Artecard, il progetto che mette a sistema i beni culturali integrati con i trasporti e servizi: domenica 23 marzo ci sarà poi la visita alle stanze nascoste del Palazzo Reale di Napoli. “I due appuntamenti – sottolinea il direttore regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo, Gregorio Angelini – saranno un’opportunità per i turisti, ma anche per i napoletani, per scoprire tesori e luoghi custoditi in queste due grandi eccellenze di livello internazionale che sono il Museo Archeologico e il Palazzo Reale di Napoli”.