Da oggi il Duomo di Napoli si veste di un nuovo ‘abito’ grazie alla conclusione dei lavori di restauro finanziati con risorse europee nell’ambito del Grande Progetto Centro storico Unesco. Gli interventi consentiranno a napoletani e a turisti di godere di spazi fino ad oggi inaccessibili e di altri completamente rinnovati e tornati alla luce originaria. Tra le perle restituite alla visione dei visitatori spicca la cappella del ‘Tesoro vecchio’ in cui un tempo erano custodite le reliquie del Santo che venivano mostrate ai fedeli, in occasione del miracolo di San Gennaro, attraverso una finestra che fino a oggi era murata e che ora invece è stata ripristinata. Ma non solo. I lavori di restauro hanno riconsegnato alla città anche la cappella Seripando, il Succorpo del Malvito e la Cripta ipogea, riportando alla luce, in alcuni di questi luoghi, pitture del Trecento. Ma alla città non è stato restituito solo un restauro interno della Cattedrale. I lavori infatti consentiranno, per la prima volta dalla sua realizzazione ad opera di Di Stefano, l’accesso alla passeggiata aerea con vista sul centro storico di Napoli. Un camminamento che sarà aperto al pubblico – ha spiegato l’assessore comunale alle Politiche urbane Carmine Piscopo – ”non appena terminati i collaudi”, ma esclusivamente con visite guidate e a piccoli gruppi offrendo così ”una vista inedita della città”. I lavori – come sottolineato dall’Arcivescovo di Napoli cardinale Crescenzio Sepe – ”stanno portando alla luce la storia di Napoli e della Cattedrale che, per la città, non è solo centro di culto, ma anche dell’arte e della pietà popolare”. Restano da restaurare – come evidenziato da Sepe – le aree e le cappelle poste sull’ala destra del Duomo dove alcune zone sono chiuse a causa della caduta di calcinacci. ”E’ stato – ha affermato il sindaco Luigi de Magistris – un grande lavoro di squadra e la bontà dei risultati ci è stata anche sottolineata dall’Europa che ha pertanto riconfermato per intero il finanziamento a tutti i progetti del Centro storico. Nel corso del 2016 – ha aggiunto – saranno tanti i lavori che si termineranno così come saranno numerosi i cantieri che si apriranno con l’obiettivo di mostrare al mondo il museo a cielo aperto che è Napoli”. Risorse europee che – ha evidenziato il soprintendente alle Belle Arti Luciano Garella ”in questo caso sono state una mano santa e ci hanno consentito di fare significative scoperte non solo da un punto di vista del rinvenimento di affreschi e decorazioni, ma di vera ricostruzione storica di questo complesso che per il popolo napoletano è una vera e propria casa. Napoli – ha concluso il soprintendente – ha bisogno di queste occasioni perché deve uscire da un’empasse, forse durata troppo a lungo, perché questa città potrebbe vivere semplicemente amministrando le proprie bellezze che molti ignorano”.

 

 

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