ACERRA. A grande richiesta, dopo il successo di pubblico di venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 febbraio, la squadra femminile composta da Paola Guarriello, Noemi Pirone, Paola Puzone, Chiara Vitiello e Chiara Mattiacci, ritornerà sul piccolo palco sabato 1 e domenica 2 marzo, riportando in vita le “piccole donne” di Louisa May Alcott.

Il testo, adattato e diretto da Ferdinando Smaldone, attingendo dai primi due romanzi dell’autrice, “piccole donne” e “piccole donne crescono”, ha coinvolto il pubblico in un intenso percorso, tenero, struggente e mai banale, una danza di poesia e pathos, scandita da pause, musiche e sorprendenti azioni registiche.

 

In questa terza stagione teatrale, all’insegna del tempo, il lavoro del regista, vuole essere la “rappresentazione” del tempo della crescita.

Un viaggio di circa un’ora, nella casa, nelle vite, tra gli oggetti con i quali ognuna delle cinque protagoniste è cresciuta, appunto.

Lo spaccato di una società intrisa di determinismo e della difficoltà di essere “donna”, che fa da sfondo, come minuziosa cornice di un corpo tutt’altro che rassegnato; una dolce, ma dannata utopia:

La perfezione.

Le quattro sorelle, infatti, povere, ma gonfie di una graziosa felicità, possono mantenerla solo se insieme.

 

Cosa spinge un giovane autore ad avvicinarsi ad un testo tanto intenso?

 

F.S: “Mi sembra il giusto omaggio ad una Dea in via d’estinzione: la poesia.

L’inno ad un sentimentalismo tutto ottocentesco, del quale (per certi aspetti), abbisogniamo ancora; le attrici hanno dato voce a Majakovskij, Neruda, Saffo, Whitman e Dickinson.

Rispetto ai lavori precedenti, c’è un percorso molto improntato sul corpo e sull’emozione, una maggiore ricerca di verità.

Lavorare sulle donne, con le donne, per un autore è una sfida importante, ma – sorride – è, soprattutto, farlo con l’essenza stessa della poesia.”

 

Costumi e ricerca Rita Vecchione

Foto di scena Diego Dentale

Musiche e arrangiamenti Enzo Sirletti

Voce Orsola Sorrentino

 

 

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