Solo cinque cantieri avviati su 39 e tanti ritardi, mentre con le piogge dell’autunno è ricominciato lo stillicidio dei crolli. A tre anni dal clamoroso schianto della Schola Armaturarum, Pompei aspetta l’arrivo del super Direttore generale che dovrà gestire il Grande Progetto di restauro finanziato con i 105 milioni messi a disposizione dall’Europa. Il termine ultimo scade l’8 dicembre e il ministro Bray rassicura i parlamentari su tempi e criteri per la scelta del nome, garantendo ”la massima trasparenza”.
”Pompei è una priorità”, ribadisce il ministro ai parlamentari. Ma la preoccupazione cresce. Per il rischio che i soldi europei vadano perduti. E per il degrado quotidiano che incalza e non risparmia nemmeno le poche Case aperte ai visitatori. Un caso emblematico, denuncia all’ANSA Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio sul patrimonio culturale, ”è quello della Casa del Fauno, tra le più grandi e belle della città antica e anche una delle pochissime sempre aperte per i visitatori. Eppure anche qui- fa notare- ci sono segni di dissesto sotto gli occhi di tutti, soprattutto fra i mosaici”. Danni documentati nel tempo dall’Osservatorio, che ha fotografato le tesserine ”coperte dall’acqua, staccate e aggredite dal muschio”, e persino una lesione ”che taglia a metà” la preziosa copia del grande mosaico di Alessandro, realizzata nel 2005 dal Centro internazionale del Mosaico di Ravenna per sostituire l’originale, rimosso e messo al riparo nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli a metà dell’Ottocento. Irlando non si rassegna: ”E’ assurdo che nessuno ci metta mano – commenta – ma in attesa del nuovo dg, sembra che la situazione qui sia come congelata”. A dimostrazione della sua tesi, Irlando indica anche la vicina Casa dei Vettii, ”chiusa da 11 anni per restauri e mai riaperta”. Una foto scattata dai volontari dell’osservatorio mostra, accanto alle colonne puntellate, muffe e sbrodolature nelle pitture parietali, in particolare quella alla destra della celebre immagine del dio Priapo, dove ”infiltrazioni d’acqua e colature appaiono evidenti”. Peccato però, fa notare l’architetto, ”che al momento la Casa dei Vettii non sembra essere compresa nel piano dei restauri”. Come documenta anche il sito della soprintendenza, i cantieri aperti ad oggi sono cinque, per la Casa dei Dioscuri, la Casa del Criptoportico, la Casa di Sirico, la Casa delle Pareti Rosse e la Casa del Marinaio. Lavori che hanno un importo contrattuale complessivo di 2,3 milioni di euro. Le gare avviate (8 in tutto) riguardano invece, oltre a lavori di messa in sicurezza del terreno, la Casa di Octavius Quartio , quella della Venere in Conchiglia, quella della Fontana Piccola, quella di Paquio Proculo e quella di Sacerdos Amandus (complessivamente l’importo a base d’asta è di 16,5 mln). E c’è chi sottolinea che il vero problema è proprio quello dei tempi di esecuzione. L’accordo firmato con l’Unione europea, fa notare la Uil beni culturali, prevede che i fondi stanziati per il Grande Progetto Pompei debbano essere rendicontati entro dicembre 2015, ”per cui i lavori dovrebbero necessariamente essere conclusi entro e non oltre il 30 giugno 2015”. Cosa che secondo il sindacato è difficile già per i restauri che devono essere appaltati con le 8 gare attualmente in corso, i cui tempi di realizzazione si aggirerebbero intorno ai 18 mesi. E senza dimenticare che all’appello mancano poi altri 26 cantieri. La Uil denuncia i ”tempi messicani del governo”. E anche l’ex sottosegretario ai beni culturali Riccardo Villari si dichiara preoccupato: ”Le procedure sono troppo lunghe, Pompei sta morendo di burocrazia”. Interpellata dall’ANSA, il segretario generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia si dice invece ottimista: ”Entro il 2013 molti bandi saranno fatti”, assicura. Mentre anticipa che a febbraio 2014 ”si chiude” il primo dei cinque cantieri avviati e che per le 8 gare in corso di espletamento i lavori verranno affidati entro l’anno”. Il segretario generale anticipa che la partenza è prossima anche per il Piano della conoscenza e che già si sta lavorando per la videosorveglianza. E sottolinea che un’accelerazione ulteriore si avrà comunque con l’insediamento del nuovo Dg, che assumerà su di sé l’incarico di stazione appaltante. Intanto è polemica anche sul totonome per il futuro dg: escluso quello di Giuseppe Scognamiglio, circolato qualche settimana fa, le voci più accreditate puntano sul direttore regionale Mibact per l’Abruzzo Fabrizio Magani, al quale potrebbe essere affiancata come vice l’archeologa Adele Campanelli (in corsa anche per la nuova soprintendenza di Pompei) che attualmente è la soprintendente di Salerno , Avellino, Benevento e Caserta. Scelte che la Uil, critica sul lavoro di Magani in Abruzzo, definisce ”folli”. Bray non anticipa nulla e c’è chi pensa che potrebbe sparigliare, come ha già fatto con la scelta del commissario straordinario delle Fondazioni liriche, Pier Francesco Pinelli. Di certo il tempo stringe: entro l’8 dicembre, insieme al dg, devono essere nominati il vice e lo staff, tutti, secondo la legge, provenienti dalla pubblica amministrazione.