NAPOLI – ”Il Mistero della Nativita”’, scene e presepi della tradizione del Settecento napoletano e’ la mostra ospitata dal Museo della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, rientra nell’ambito del programma ”2011 anno Italia-Russia”, sostenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e dal Ministero della Cultura della Federazione Russa.
L’iniziativa e’ dedicata al Presepe napoletano settecentesco e presenta una ricca selezione di testimonianze figurative relative al mistero della Nativita’. L’intento della Mostra e’ quello di offrire alla conoscenza di un pubblico quanto piu’ vasto possibile uno straordinario documento della splendida stagione di arte e civilta’ prodottasi a Napoli nel Settecneto. Tenuto conto degli stretti legami con il tema della Nativita’, la rassegna si e’ voluta arricchire di straordinari esempi dell’arte grafica di maestri napoletani e di dipinti delle personalita’ piu’ significative della corrente barocca, provenienti dalle straordinarie raccolte dei musei napoletani: il museo di San Martino, il museo di Capodimonte, il museo Duca di Martina nella Villa Floridiana, il Palazzo Reale. Ad esse si sono aggiunte anche alcune opere delle raccolte del Pio Monte della Misericordia, istituzione nata per scopi benefici nel 1602, durante il viceregno spagnolo a Napoli. Il Settecento e’ il secolo di maggior splendore della citta’ partenopea: nuovamente capitale di un regno indipendente, diventa meta obbligata del ‘Grand Tour’ per la amenita’ dei luoghi, le scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano, poi di Paestum, le curiosita’ scientifiche delle eruzioni del Vesuvio. Le figurine presepi ali sono state selezionate principalmente dal patrimonio della Certosa e del Museo di San Martino, che custodiscono i nuclei collezionistici piu’ celebri, allestiti in una dimensione scenografica che ne restituisce il valore di scultura ”in formato ridotto”. Il percorso espositivo e’ arricchito dalla presenza di un grandioso presepe ambientato in Palestina, realizzato dal grande artista Roberto Vanadia, architetto siciliano. Il suo progetto prevede la realizzazione di un’opera fortemente aderente non solo al dato storico-antropologico, che consente a quanti vi si accostano un contatto diretto con la realta’ ambientale palestinese al tempo della nascita di Cristo, ma anche all’elemento sacro, che fa di questa ricostruzione una forma di vera e propria preghiera.