Sarà Villa Imperiale Pausilypon di Napoli a ospitare, venerdì alle 21,30, lo spettacolo ‘Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra’ da Virgilio, Ovidio e Marlowe, con Viviana Altieri, Nadia Kibout, Giulia Innocenti, nella drammaturgia e la regia di Matteo Tarasco. Le scene e le luci sono a cura di Matteo Tarasco, i costumi di Chiara Aversano. L’originale allestimento, presentato da Arte e Spettacolo Domovoj in collaborazione con Teatro Argot Studio e Dominio Pubblico, chiude il ciclo di appuntamenti programmati nel sito archeologico partenopeo dalla rassegna ‘Teatri di Pietra in Campania 2014’, rete culturale per la valorizzazione dei teatri antichi e dei siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, ideata da CapuAntica Festival con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, di PalaPartenope e Fontana Medina, sotto l’egida del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Campania. In scena una nuvola di fumo traghetta il pubblico nell’opaco viaggio per l’Averno di ‘Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra’. Nell’oscurità della nebbia spettrale appaiono tre figure sinuose, dalle linee morbide, i tratti femminili, vestite di lacrime di sangue essiccate in una ragnatela cremisi, che afferma la loro condanna al mondo dell’aldilà. Sono le tre anime guida dello spettacolo, ‘Caronte’ involontarie fra le onde crudeli di una storia, la nostra, marchiata e macchiata dal sangue di troppe guerre, una storia che pianta le sue radici proprio nel mito fondatore dell’Occidente, Enea, o meglio la sua ombra.Il regista Matteo Tarasco, con scenografie e costumi semplici, prova a rievocare le sensazioni e le emozioni di un’epopea fantasmagorica. Riscopre i meandri più segreti che questa storia immortale offre, evidenziandone la figura del grande Enea. Lo spettacolo racconta il mito di Enea, dalla caduta di Troia sino allo sbarco sulle coste italiche, attraverso la testimonianza delle donne che lo hanno incontrato, amato e rinnegato: la moglie Creusa, l’amante Didone, la Sibilla Cumana e la madre Venere. “‘Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra’ – sottolinea il regista – tenta di rappresentare la celebrazione, attraverso lo strumento del teatro e della musica, delle più antiche origini storiche e religiose della nostra tradizione. Soltanto conoscendo le radici della nostra cultura di cittadini italiani ed europei, potremo rafforzarne e consolidarne la tradizione, e svilupparne l’identità”.