BARONISSI – Dopo Paolo Fresu e Danilo Rea, quest’anno tocca al piano solo di Stefano Bollani ed alla chitarra del genio australiano Tommy Emmanuel scandire la serata iniziale e quella finale della rassegna jazz di Baronissi coordinata dal direttore artistico Angelo Maffia.
Due artisti internazionali dal sound unico e irripetibile. E poi ci sono loro, solisti e band emergenti provenienti da diverse città italiane: dieci talenti, impegnati nel concorso che mette in palio, per il vincitore, la somma di 2mila euro e l’apertura del Baronissi Jazz 2014.
Si comincia il 5 luglio, dalle ore 22, con l’esibizione di Stefano Bollani; si prosegue il 6 con il Concorso e si chiude, la sera del 7, con il chitarrista australiano Tommy Emmanuel. Il genio che viene dalla terra dei canguri è conosciuto soprattutto per il suo uso della tecnica del fingerpicking. Durante la sua carriera ha suonato con molti notevoli artisti quali Chet Atkins, Eric Clapton, Sir George Martin, John Denver. Quella di Baronissi è la sua unica tappa nel Sud Italia.
L’ingresso agli spettacoli è gratuito per la serata del 6 luglio, quella del Concorso, mentre è a pagamento per l’esibizione di Bollani ed Emmanuel.
«Quindici anni fa venne piantato il seme del jazz qui a Baronissi e dal quel seme, nel tempo, sono germogliati tanti fiori e molti frutti sono stati raccolti da diversi interpreti a quel tempo quasi sconosciuti – dichiara Giovanni Moscatiello – Solo per citarne uno per tutti quel Sergio Cammariere che si esibì in concerto al Baronissi Jazz quando era agli inizi di carriera e che, in un certo senso, scoprimmo proprio noi invitandolo al festival».
«Il Baronissi Jazz è una realtà musicale che va istituzionalizzata – afferma l’assessore Nicola Lombardi – e noi come amministrazione siamo pronti a fare ogni sforzo possibile per avviare un percorso teso a creare un vero e proprio “marchio” del festival alla stregua di altri eventi in campo nazionale ed internazionale il Jazz in Laurino, con il quale siamo gemellati».
Info e dettagli su www.baronissijazz.it Contatti: info@baronissijazz.it
BARONISSI CULLA DEI TALENTI: IL CONCORSO
C’è tempo fino al 15 giugno per inviare al massimo due brani mp3 – editi o inediti – alla giuria che selezionerà i migliori dieci che si esibiranno nel corso della seconda serata della kermesse. Al vincitore del concorso andrà un premio da 2mila euro e la possibilità di esibirsi nella serata d’apertura del Baronissi Jazz 2014, mentre al secondo e terzo classificato andranno rispettivamente 1000 e 500 euro. Ad ascoltare e selezionare i brani sarà la giuria composta da Angelo Maffia (direttore artistico), Guglielmo Guglielmi (musicista, compositore, docente della scuola di Jazz presso il Conservatorio di Musica Statale “Martucci” di Salerno), Carlo Pecoraro (giornalista salernitano, redattore del quotidiano “La Città”, esperto di musica, ha collaborato con tutte le riviste italiane specializzate in musica jazz), Giovanni Moscatiello (sindaco di Baronissi, cultore, estimatore, appassionato di musica jazz), Nicola Lombardi (assessore alla Cultura del Comune di Baronissi), Franco Massimo Lanocita (presidente del Conservatorio di Musica “Martucci”), Sandro Deidda (Musicista e compositore. Saxophone tenore e soprano).
SCHEDE OSPITI
Stefano Bollani
All’età di sei anni comincia a studiare pianoforte. Esordisce professionalmente a quindici anni. Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 e una breve esperienza come turnista nel mondo della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri) si afferma nel jazz, collaborando con grandissimi musicisti (Richard Galliano, Gato Barbieri, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Chick Corea, Michel Portal, Franco D’ Andrea, Martial Solal, Phil Woods, Lee Konitz, Han Bennink, Miroslav Vitous, Antonello Salis, Aldo Romano, John Abercrombie, Uri Caine, Kenny Wheeler, Greg Osby…) sui palchi piú prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al festival di Montreal, dalla Town Hall di New York alla Fenice di Venezia, fino alla Scala di Milano).
Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996 – e da allora mai interrotta – con il suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale tiene centinaia di concerti e incide ben quattordici dischi. I piu’ recenti: Tati (ECM 2005), in trio con Paul Motian alla batteria, (disco dell’ anno per l’cademie du jazz francese e per Musica Jazz)), The third man (ECM 2007), (miglior disco dell’ anno per la rivista americana Allaboutjazz e per Musica jazz) e New York days (ECM 2009), in compagnia di Mark Turner, Larry Grenadier e Paul Motian (disco dell’ anno per Musica Jazz).
Il referendum dei giornalisti della rivista specializzata Musica jazz lo proclama miglior nuovo talento del 1998; in quel periodo, mentre guida il proprio gruppo, L’ orchestra del Titanic, si lancia nella realizzazione di un ambizioso disco-spettacolo in omaggio alla musica leggera italiana degli anni ’30-’40 (Abbassa la tua radio con Peppe Servillo, Irene Grandi, Marco Parente, Barbara Casini, Roberto Gatto e tanti altri cantanti e musicisti).
Negli anni collabora sia con musicisti sperimentatori e ‘di frontiera’ (Hector Zazou, Giovanni Sollima, Elliot Sharp, Sainhko Namcythclack), sia nei progetti discografici e live del pop-rock italiano (Elio e le storie tese, Cristina Dona’, Paolo Benvegnu’, Samuele Bersani, Bandabardo’…ma anche Massimo Ranieri e Johnny Dorelli).
Nel 2003 a Napoli riceve il Premio Carosone (artista al quale ha dedicato un piccolo libro-saggio, L’ America di Renato Carosone, Elleu editore 2002); l’anno successivo la rivista giapponese “Swing journal” gli conferisce il premio New star award riservato ai talenti emergenti stranieri, per la prima volta assegnato a un musicista non americano. Per la label giapponese Venus records pubblica cinque dischi alla testa del suo trio, con Ares Tavolazzi al basso e Walter Paoli alla batteria. (Uno di questi, Ma l’ amore no, 2006,anche in veste di cantante)
Particolarmente fuori dai canoni risultano alcuni suoi lavori come La gnosi delle fanfole, nel quale mette in musica le surreali poesie di Fosco Maraini insieme al cantautore Massimo Altomare (1998); Cantata dei pastori immobili, oratorio musicale per quattro voci, narratore e pianoforte, realizzato su testi di David Riondino (2004); il disco di canzoni scandinave Gleda (2005), realizzato in Danimarca in compagnia di Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla batteria.
E’ produttore artistico e arrangiatore di un disco del cantautore Bobo Rondelli (Disperati intellettualiubriaconi), grazie al quale ha vinto il premio Ciampi.
Per la prestigiosa etichetta francese Label Bleu realizza 4 dischi: un omaggio allo scrittore Raymond Queneau, registrato in trio con Scott Colley e Clarence Penn (Les fleures bleues, 2002), un disco in completa solitudine (Smat smat, 2003, segnalato dalla rivista inglese “Mojo” come uno dei migliori dieci dischi jazz dell’anno), un disco per trio jazz e orchestra sinfonica con Paolo Silvestri ad arrangiare e dirigere l’ Orchestra Regionale Toscana (Concertone, 2004), un doppio album (I visionari, 2006) col suoPaolo Fresu e Petra Magoni come ospiti.
Collabora con numerosi artisti in ambito teatrale, dalla Banda Osiris (nello spettacolo Guarda che luna!, 2002-2004, insieme a Rava, Gianmaria Testa e altri e in Primo piano, 2005-2006), fino ad attori come Marco Baliani, Ivano Marescotti, Maurizio Crozza e soprattutto Lella Costa (per la quale firma le musiche di tre spettacoli, Alice: una meraviglia di paese, Amleto e Ragazze, per la regia di Giorgio Gallione) e ad importanti contemporanea come Raffaella Giordano e Mauro Bigonzetti.
In ambito classico, si esibisce come solista con orchestre sinfoniche come la Gewandhaus di Lipsia, la Santa Cecilia di Roma, la Filarmonica del Regio di Torino, la Verdi di Milano, con direttori come James Conlon, Jan Latham-Koenig (con cui ha inciso il Concert Champetre di Poulenc per l’ etichetta inglese AVIE records), e soprattutto Riccardo Chailly, con il quale a Lipsia ha inciso Rapsodia in blu e Concerto in Fa di Gershwin in uscita a settembre per la Decca Italia.
Nel 2005 e’ ospite fisso nel programma televisivo di RaiUno Meno siamo meglio stiamo, di e con Renzo Arbore. E’ ideatore e conduttore, insieme a David Riondino, della trasmissione musicale Dottor Djembe’, andata in onda su Radio Rai Tre dal 2006 al 2009 (Premio Microfono d’ argento 2007). Da quella esperienza e’ nato un libro-cd realizzato a piu’ mani insieme agli autori della trasmissione (Rosaria Parretti, Fosco D’ Amelio e Mirko Guerrini, oltre allo stesso Riondino), Lo zibaldone del Dottor Djembe’ (Baldini Castoldi Dalai 2008), ironica presa in giro del mondo della cultura ‘alta’. E’ nato poi anche uno special televisivo di 3 puntate (Buonasera Dottor Djembe’) andato in onda su Rai3 nel giugno 2010.
Dal gennaio 2009 sue sono tutte le sigle del palinsesto di Radio Rai Tre.
Nel 2006 ha pubblicato il romanzo La sindrome di Brontolo (Baldini e Castoldi Dalai). Lo stesso anno, per la rivista Musica jazz e’ il musicista italiano dell’ anno; e il disco dell’ anno e’ il suo Piano solo, uscito per la ECM.
Il referendum dei giornalisti della rivista americana Downbeat nel 2007 lo vede ottavo fra i nuovi talenti del jazz mondiale e terzo fra i giovani pianisti. I critici della rivista Allaboutjazz di New York lo votano fra i 5 musicisti piu’ importanti del 2007, accanto a mostri sacri come Ornette Coleman e Sonny Rollins. Nel dicembre dello stesso anno a Vienna gli viene consegnato l’European Jazz Preis, premio dellacritica europea, come miglior musicista jazz europeo dell’ anno.
La regione Toscana nel 2008 gli ha conferito la massima onorificenza, il ‘Gonfalone d’ argento’.
Nel 2009 durante il North Sea Festival di Rotterdam gli viene consegnato il “Paul Acket Award”.
Sempre piu’ stretto negli ultimi tempi il suo legame con il Sudamerica. Dopo aver realizzato il disco Bollani Carioca, nel 2009 diventato anche un dvd live, insieme a grandissimi musicisti brasiliani, nel dicembre 2007 e’ stato il secondo, dopo Antonio Carlos Jobim, a suonare un piano a coda in una favela di Rio de Janeiro. Ha collaborato con molti artisti della nuova scena brasiliana: Hamilton de Holanda, Toninho Horta, Marcos Sacramento, Ze’ Renato, Monica Salmaso, Nilze Carvalho, Na’ Ozzetti fino al mito Caetano Veloso, con il quale e stato protagonista di due grandi concerti a Cagliari e ad Umbriajazz 2008.
Va fiero della copertina che gli ha dedicato il settimanale Topolino, rivista di cui e’ stato ufficialmente nominato “Ambasciatore” e che nel numero di settembre 2009 lo ha visto partecipare a un’ avventura di Paperino con il nome di Paperefano Bolletta. A fine 2009 è uscito il suo nuovo disco per la ECM, Stone in the water, inciso a New York alla guida del suo abituale trio, con Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla batteria.
A febbraio 2010 è uscito il suo primo libro di spartiti, che inaugura la collana Carisch Jazz, ed. Carisch, distribuito in tutto il mondo. Il 15 luglio 2010 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa della Berklee College of Music, con solenne cerimonia a Umbria Jazz, Perugia
Tommy Emmanuel
(Muswellbook, 31 maggio 1955) è un chitarrista australiano.
È conosciuto soprattutto per il suo uso della tecnica del fingerpicking. Durante la sua carriera ha suonato con molti notevoli artisti quali Chet Atkins, Eric Clapton, Sir George Martin, John Denver e i Pooh.
Tommy Emmanuel iniziò a suonare la chitarra all’età di 4 anni e dall’età di 5 fu un musicista di professione, trascorse gran parte della sua infanzia esibendosi in Australia con la sua band di famiglia, suonando la chitarra ritmica. Nel 1966 quando suo padre morì, iniziò a dare lezioni di chitarra all’età di 12 anni. Agli inizi venne notato subito dalla nazione dopo aver vinto una serie di concorsi nel periodo adolescenziale, e più tardi, dal 1970 iniziò a suonare con suo fratello Phil nel gruppo Goldrush. Agli inizi degli anni ’80 fece parte della rock band Dragon appena riformatasi, ed esibendosi in molti concerti, uno dei quali nel 1987 lo vide impegnato in tour con Tina Turner. È in questi anni che Tommy Emmanuel decide di seguire la carriera da solista.
Sebbene egli non abbia mai seguito un vero e proprio corso di musica formale, le sue abilità innate gli hanno procurato successo in tutto il mondo.Così come è un maestro della chitarra, egli è anche un percussionista professionista, ed è conosciuto proprio per i ritmi che egli esegue sul corpo della chitarra.
Nel 1994 entrò a far parte della band di John Farnham, anch’egli australiano. Nel Luglio del 1999, in occasione della 15esima edizione del Chet Atkins Appreciation Society Convention, Tommy Emmanuel venne omaggiato per le sue avanzate capacità nella tecnica del fingerpicking.
Uno degli eventi più importanti della sua carriera fu a Sydney quando si esibì, con il fratello Phil, in una performance live per la cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici estivi del 2000, che venne vista in tutto il mondo. Nel 2001 ha collaborato con i Pooh nel tour dell’anno, Cento di queste vite, con quasi 800mila presenze.
L’11 luglio 2006 è stato rilasciato il DVD “Live At Her Majesty’s Theatre, Ballarat, Australia”.