Manovre speculative, frodi, pratiche scorrette. Il rischio è che la guerra in Ucraina venga sfruttata come escamotage per fare schizzare alle stelle i prezzi di servizi e prodotti. Uno su tutti: quello del carburante che, a cascata, provoca aumenti anche del prezzo delle materie prime che vengono trasportate. Il punto è che l’impennata dei costi sembra essere arrivata troppo rapidamente dai pozzi alla pompa: in molti casi il consumatore si sarebbe trovato a pagare un prezzo maggiorato ingiustificatamente, senza che ci fosse stato un effettivo aumento dei prezzi al barile. Sul caso indaga in tutta l’Italia la Guardia di finanza, che sta effettuando screening a tappeto sui distributori di carburante. Ma la crescita dei prezzi è la conseguenza anche di altre attività illegali: nel 2022 le Fiamme gialle hanno effettuato 2.600 interventi a tutela del mercato dei carburanti, soprattutto in materia di accise, e hanno sequestrato più di 3.630 tonnellate di prodotti energetici. Hanno anche accertato che 334mila tonnellate di prodotto sono state consumate in frodi. E non è tutto: la Finanza esegue controlli periodici anche per verificare la regolarità delle comunicazioni giornaliere all’Osservatorio del Mise delle tariffe praticate alla pompa da parte dei distributori stradali. Nei primi 5 mesi del 2022 sono stati svolti circa 1.320 interventi e sono state rilevate 690 violazioni. Tutto questo ha un prezzo: 531 euro all’anno. Ecco quanto è costato in più agli italiani il carrello della spesa nel 2022 per effetto dei maxi-rincari. Il paniere preso in considerazione comprende i beni alimentari, quelli per la pulizia e la manutenzione ordinaria della casa e infine i beni per l’igiene personale e i prodotti di bellezza. A fare i calcoli è l’Unione nazionale dei consumatori dopo che ieri l’Istat ha lanciato l’allarme sull’inflazione: a giugno l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dell’1,2% su base mensile e dell’8% rispetto al 2021, un livello che non si registrava dal 1986. Sempre stando ai dati Istat il solo carrello della spesa a giugno è costato agli italiani l’8,3% in più. Anche sull’aumento di questi prezzi la Guardia di Finanza monitora, per controllare che non vengano fatte speculazioni. L’incremento vertiginoso delle tariffe del carburante, infatti, sta mettendo in crisi anche in settore agroalimentare, rendendo necessari controlli nella filiera dei beni di prima necessità. In diverse regioni le fiamme gialle hanno passato al setaccio i supermercati locali, verificando i prezzi di pesce, ortaggi, olio, farina.
Ma quali sono più nel dettaglio i prodotti che hanno registrato i maggiori incrementi? Facciamo qualche esempio. Per i vegetali freschi si spendono oggi 52 euro in più all’anno a causa dei rincari. Circa 25 euro in più per la pasta e 29 euro in più per il pane. Più cari anche i gelati: la spesa annua in questo caso è salita di 9 euro. Per la fresca l’asticella arriva invece a quota 48 euro di aumento annuo. L’Unione nazionale dei consumatori ha stilato la classifica dei beni alimentari che hanno registrato i maggiori rincari. Il record degli aumenti spetta all’olio diverso da quello di oliva, come quello di semi che, con un’impennata del 68,6% rispetto a giugno del 2021, ha conquistato il gradino più alto del podio di questa speciale classifica: pesano in maniera determinante la guerra in Ucraina e il blocco dell’import dell’olio di semi di girasole. Al secondo posto della top ten troviamo il burro, il cui prezzo è svettato del 27,7%. Segue la farina con un costo incrementato del 20,5% in un anno. Poi la pasta (fresca, secca e preparati di pasta) che ha visto i prezzi lievitare del 18,3%. La margarina viene il 16,8% in più su base annua. E ancora: il prezzo del pollame è salito del 15,1%, mentre il riso si paga il 13,7% in più. L’incremento per le uova è stato invece del 13,6%. Crescono anche i soldi da spendere per comprare le patatine fritte (+13,5%) e per acquistare gelati (+13,4%). Si segnalano pure il latte a lunga conservazione (+12,1%), i vegetali freschi (+11,8%), il pane (+11,3%), la frutta fresca (+10,9%). Risultato? Per una coppia con due figli, spiega il presidente dell’Unc Massimiliano Dona, il costo del carrello della spesa ha registrato un incremento nell’ultimo anno pari a oltre 700 euro: «L’inflazione attuale si traduce per una coppia con due figli in una batosta complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2667 euro su base annua, 1057 per il segmento abitazione, acqua ed elettricità, 600 euro per i trasporti, 700 per prodotti alimentari e bevande e 722 per il carrello della spesa».