Mancano quaranta giorni alla sentenza che potrebbe aprire le porte per l’assunzione a titolo definitivo di 140 mila docenti precari della scuola italiana: la Corte di Giustizia Europea ha fissato per il prossimo 27 marzo la decisione sull’abuso di precariato che si attua in Italia nei confronti dei lavoratori che hanno svolto un impiego a tempo determinato, anche non continuativo, per almeno 36 mesi.
Lo rende noto l’Anief aggiungendo che dunque e’ stata reputata pertinente la linea sostenuta dalla stessa associazione di considerare illegittima l’assunzione reiterata nel tempo su posti vacanti e disponibili fino al 30 giugno o al 31 agosto di ogni anno scolastico. Ricordando che le ragioni dell’Anief sono gia’ state avallate dal giudice del tribunale di Napoli Paolo Coppola, che ha sollevato la questione di pregiudizialità davanti alla Corte di Giustizia europea e la stessa Commissione europea, l’Anief ritiene che ci siano “fondate speranze che il 27 marzo si possa definitivamente chiudere la fase di sfruttamento e lesione dei diritti del precariato italiano che va avanti da oltre 40 anni”. “È dal 1970 – ricorda Marcello Pacifico – che l’Italia assume e licenzia in modo sistematico i docenti della scuola pubblica. Per questo motivo, la sentenza di Lussemburgo potrebbe diventare storica. Perché diamo per scontato che, in caso di pronunciamento favorevole, si apriranno le porte al ruolo per 140 mila docenti precari. In caso contrario, infatti, ogni sentenza potrebbe costare allo Stato una multa davvero esosa, anche di 8 milioni di euro”. Pacifico ricorda di recente la Ragioneria generale dello Stato “ha ravvisato che il mantenimento di una mole così alta di precari nella scuola comporta un aggravio annuale all’erario di circa 350 milioni di euro”.