Grazie a oltre 2.000 pompe ‘bianche’ e 86 punti vendita GDO i prezzi dei carburanti sono piu’ bassi, fino a 13 centesimi di euro al litro, rispetto agli impianti delle compagnie petrolifere, dove c’e’ concorrenza. Cosi’ un’indagine Antitrust che chiede di rafforzare le potenzialita’ dei nuovi entranti,in grado di rompere l’assetto oligopolistico.
Ancora ad inizio 2011, segnala il Garante per il mercato, esiste un panorama di interazione oligopolistica tra gli operatori integrati nel quale i soggetti piu’ efficienti (Eni ed Esso su tutti) non spingevano la competizione fino a livelli che li avrebbero differenziati davvero dai concorrenti e avrebbero minacciato di far uscire questi ultimi dal mercato. Le sette societa’ petrolifere attive a livello nazionale nella distribuzione di carburanti in rete sembravano ancora nel 2011, secondo l’Antitrust, presentarsi sul mercato come soggetti nella sostanza allineati su comportamenti non troppo differenziati: ”uno scenario dalla chiara connotazione collusiva, che potrebbe teoricamente costituire l’esito di un coordinamento tra gli operatori verticalmente integrati. Di tale eventuale coordinamento, tuttavia, nel corso dell’indagine non sono state acquisite evidenze”. Le nuove spinte concorrenziali non hanno inoltre lo stesso effetto sui prezzi a livello territoriale: analizzando per macrozone (Nord est, Nord ovest, Centro, Sud), a prescindere dalla tipologia di operatore, il Sud ha sempre prezzi piu’ elevati, il Nord Est ed il Nord Ovest hanno i prezzi piu’ bassi, il Centro ha una posizione intermedia. I prezzi degli impianti della GDO sono risultati poi piu’ aggressivi (e difficili da replicare) – spiega l’indagine Agcm – quando i punti vendita espongono soltanto il marchio dell’operatore della grande distribuzione. I prezzi praticati dagli impianti della GDO in co-branding, invece, tendono ad essere meno aggressivi e per questo, nei contesti di mercato locali, i concorrenti verticalmente integrati riescono a reagire alle politiche di questa tipologia di impianti della grande distribuzione allineandosi ai loro prezzi (il differenziale medio e’ pari a -0,16 centesimi), mentre le pompe bianche sono in grado di praticare prezzi inferiori alla GDO, in media, di 2 centesimi di euro al litro. Nel breve periodo si potrebbe dunque assistere a un profondo riassetto del settore intero, con operatori che perdono terreno (o addirittura escono dal mercato) ed altri che si rafforzano, spiega l’Antitrust nella sua indagine conoscitiva. Per sostenere la dinamica concorrenziale e giungere ad un equilibrio caratterizzato da numerosi operatori che esercitano la distribuzione di carburanti in un contesto di effettiva concorrenza e non piu’ di mera interazione oligopolistica occorre proseguire nel processo riformatore, mavverte pero’ il garante. In particolare occorre: – sviluppare il maggior numero di operatori indipendenti efficienti; – privilegiare lo sviluppo di impianti della grande distribuzione preferendo la modalita’ di vendita con il marchio proprio rispetto al modello del cosiddetto co-branding; – incentivare una evoluzione in senso piu’ efficiente di quelle reti colorate che non dispongono di infrastrutture logistiche e di raffinazione coerenti con una presenza uniforme sul territorio; – istituire una banca dati istituzionale che raccolga e renda pubblici i prezzi praticati, a livello di singoli impianti, su tutto il territorio nazionale, per accrescere, tra i consumatori, la percezione dell’esistenza di prezzi diversificati all’interno dei propri mercati locali di riferimento; – sfruttare il futuro avvio di un mercato delle logistica petrolifera e di un mercato all’ingrosso dei prodotti petroliferi liquidi per autotrazione per dare maggiore spazio allo sviluppo di pompe bianche ”pure” – introdurre misure per favorire l’ingresso di operatori indipendenti nella logistica per migliorare non solo le condizioni economiche per l’accesso ai servizi di stoccaggio, ma anche mantenere un adeguato grado di liquidita’ del mercato all’ingrosso dei prodotti petroliferi che si intende costituire.