Addio al ‘vecchio’ borbottio della moka, il futuro del caffe’ e’ tutto nella cialda. Un filtro di plastica all’apparenza insignificante, ma che sta conquistando il mondo con la sua praticita’, aromi dai nomi esotici e, aspetto non secondario in tempo di crisi, prezzi per tutte le tasche. Ne sa qualcosa Lavazza che, grazie anche alle cialdine, quest’anno e’ ‘tornata in Paradiso’. Il merito non e’ dei noti spot pubblicitari con Enrico Brignano, ma del fatturato in crescita che ha permesso all’azienda torinese di tornare in utile.

Secondo i dati del preconsuntivo illustrati oggi a Milano dall’ad Antonio Baravalle, Lavazza chiudera’ il 2012 con un utile netto tra i 40 e i 45 milioni di euro e un fatturato stimato intorno ai 1.330 milioni, il 5% in piu’ dell’anno scorso, quando aveva subito un passivo di 10 milioni. In questo successo le cialde hanno un ruolo da protagonista, dal momento che rappresentano il 30% del fatturato. ”E’ un mercato strategico – sottolinea Baravalle -: al momento rappresenta una nicchia, il 3,5-4%, ma con un tasso medio annuale di crescita del 30%”. A oggi, continua Baravalle, ”nel mondo sono installate 50 milioni di macchine da caffe’ per cialde, ma con questo trend di crescita in dieci anni diventeranno 150-160 milioni”. Con una impennata nella produzione degli espresso e dei prodotti derivati, dal cappuccino al latte macchiato. Oggi rappresentano circa il 30% della produzione delle macchine a cialde, ma nei prossimi dieci anni aumenteranno fino al 55%, per un caffe’ sempre piu’ globale. ”L’unico modo per consumare il caffe’ in modo omogeneo in tutto il mondo, rispettando pero’ le abitudini di ciascun Paese – commenta Baravalle – e’ la cialda”. In questa tendenza rientra la partnership tra Lavazza e Green Mountain Coffee Roasters (Gmcr), azienda statunitense leader nel settore del caffe’ e delle macchine da caffe’, che sta distribuendo sul mercato a stelle e strisce la nuova Kuerig Rivo. Ovvero la semplicita’ della tecnologia delle capsule abbinata al caffe’ di qualita’ italiano. Un mix con il quale Lavazza punta a conquistare il mercato Usa e i suoi 4 miliardi di consumazioni l’anno. Che, moltiplicate per una spesa media compresa tra i 3 e i 7 dollari, vuol dire circa 20 miliardi di dollari l’anno. ”Ad oggi – spiega Baravalle – solo il 15% di queste consumazioni avvengono a casa, ma riteniamo che la nuova macchina sara’ in grado di cambiare le abitudini degli americani con la promessa di un caffe’ buono come quello del bar ad un prezzo di gran lunga inferiore, circa un dollaro”. Un esempio da replicare anche in altri mercati, dalla Cina all’India, dove Lavazza ha investito dal 2007 a oggi un centinaio di milioni di euro, venti dei quali per il nuovo stabilimento che entrera’ a pieno regime entro la prossima primavera.

 

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