Virata in negativo per Piazza Affari. La Borsa di Milano, un’ora dopo l’apertura positiva di Wall Street, inverte il senso di marcia, dopo i guadagni della mattinata. Titoli giù, a dispetto delle previsioni e in controtendenza rispetto alle altre borse europee che guadagno anche in relazione all’accordo sul deficit Usa.

L’Ftse Mib cede lo 0,80 %. Giù anche il Ftse Italia All Shore che segna un “incredibile 0,68%”. In rosso i titoli di banche e assicurazioni. Tutti i maggiori istituti bancari quotati a Piazza Affari hanno invertito la rotta, registrando perdite fin oltre i tre punti percentuali. Monte dei Paschi di Sien (Mps) cede il 3,25% (azione quotata a 0,50 euro). Male anche Intesa San Paolo che cede il 3,4 %, arrivando alla soglia minima di 1,56 euro ad azione. Anche Banca Popolare in discesa ( quasi meno tre punti percentuali). Tiene, invece, la corazzata Unicredit che si attesta sui valori di venerdi’, registrando una perdita limitata dello 0,24%). A Piazza Affari sono in affanno anche i titoli assicurativi. Perdono tutti. Fonsai cede il 3,63%; Milano Assicurazioni oltre il 2% (esattamente il 2,29). Regge, ma non troppo, il titolo di Generali: meno un punto percentuale ad inizio pomeriggio. Assicurativi e bancari giù, ma non solo. Tutti i principali titoli cedono in media un punto percentuale. Molti analisti, in realtà, si aspettavano che la Borsa di Milano salisse vertiginosamente in giornata. L’accordo fra Democratici e Repubblicani per evitare il Default Usa faceva prevedere una virata in territorio positivo. Ed ecco, invece, che Piazza Affari perde, stranamente, in controtendenza rispetto alle altre borse europee, quasi euforiche. Obama aveva annunciato l’accordo sull’innalzamento del debito proprio prima dell’apertura delle borse asiatiche per dare un segnale netto ai mercati finanziari mondiali. Sull’Italia, invece, l’effetto Usa non ha funzionato. Sono ancora molti, probabilmente, i timori per la situazioe economica del Bel Paese: i mercati finanziari hanno bisogno di ulteriori passi in avanti. La manovra non basta: serve un accordo fra le parti sociali per far ripartire l’economia. Un monito, quindi, alla classe politica italiana: niente ferie e tutti al lavoro!

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