Nel terzo trimestre 2012 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie scende dell’1,1% in termini congiunturali e del 3,2% su base annua. Si tratta del terzo calo tendenziale consecutivo, in accelerazione rispetto agli altri. Sulla caduta pesa il forte calo dei prezzi della case già esistenti. Lo rileva l’Istat.

Il ribasso annuo registrato nel terzo trimestre 2012 dall’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie (-3,2%) è il più forte almeno dall’inizio del 2011, ovvero da quando sono comunicate le serie storiche relative ai confronti tendenziali. Insomma arriva un’altra certificazione che per il mattone è ‘tempo di ‘saldi, sconti che sono contemporanei a una caduta delle compravendite e dei mutui. Nel dettaglio l’indice dei prezzi delle abitazioni, con riferimento alle case acquistate dalle famiglie sia a fini abitativi sia per investimento, segna una nuova diminuzione annua dopo il -0,2 del primo trimestre e il -2,1% del secondo.

Guardando alle diverse componenti, i prezzi delle abitazioni nuove diminuiscono dello 0,2% sul trimestre precedente mentre aumentano dell’1,9% su base annua. I prezzi delle abitazioni esistenti, invece, diminuiscono dell’1,6% su base congiunturale e del 5,4% su base annua. Quindi, sul piano tendenziale, la crescita su base annua dei prezzi delle case appena arrivate sul mercato rallenta a paragone con quanto registrato nel secondo trimestre (+2,8%), mentre si accentua la diminuzione dei prezzi delle case non più di ‘prima mano’, considerato il calo tendenziale del 4,1% registrato nel secondo trimestre.

In media, nei primi tre trimestri del 2012, i prezzi delle abitazioni diminuiscono dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sintesi di un aumento del 2,7% dei prezzi delle nuove e di una diminuzione del 3,7% dei prezzi di quelle esistenti. La caduta dei prezzi delle case “é dovuta all’effetto Imu, alla crisi ed allo spread”. Lo afferma il Codacons commentando i dati Istat (nel terzo trimestre del 2012 per quelle acquistate l’indice è in calo del 3,2% su base annua e dell’1,1% sul precedente trimestre).

“Le famiglie sull’orlo del fallimento e tassate dall’Imu vogliono vendere le loro case, ma per le stesse ragioni non trovano chi le vuole comperare. Inevitabile, quindi, che siano costretti a svenderle o a tenerle loro malgrado in attesa di tempi migliori”, afferma il Codacons, sottolineando inoltre che anche “quei pochi che vogliono comperare casa non riescono a farlo per via delle condizioni troppo restrittive stabilite dalle banche, che hanno alzato gli spread, la quota di contanti” nella concessione del mutuo erogato generalmente “al 60% ed il rapporto rata reddito familiare”.

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