“Crescita modesta” in Europa per quest’anno e il prossimo. E anche per l’Italia c’è un taglio alle prospettive di aumento del Pil. Ormai lontane dalle stime contenute nell’ultima manovra economica. Secondo la Commissione europea, infatti, il nostro Paese crescerà solo dello 0,7 per cento nel 2024 (la precedente stima assegnava un +0,9 per cento), dell’1 nel 2025 e dell1’2 nel 2026. Il governo invece aveva scommesso di arrivare a cifra tonda. E in base ai dati del terzo trimestre (crescita zero per noi) non è escluso che anche questo obiettivo possa essere ulteriormente limato. Il problema si concentrerà sul deficit che a causa dell’eliminazione del bonus casa si attesterà al 3,8 per cento e contrarsi negli anni successivi. E il debito salirà fino al 139,3 per cento nel 2026. Dato più confortante per la disoccupazione che dovrebbe calare al 6,2 per cento per risalire al 7,7 nei prossimi dodici mesi.

Per l’Ue il Pil salirà dello 0,9 per cento quest’anno (0,8 per l’area euro) e dell’1,5 nel 2025 (1,3 per l’area euro) e dell’1,8 nel 2026. Processo positivo per l’inflazione che si abbasserà in Europa al 2,4, poi al 2,1 il prossimo anno. In Italia sarà perfino più bassa: 1,1 quest’anno e 1,9 il prossimo. Il tasso di disoccupazione scende al 5,9 in Europa, minimo storico, per risalire nel 2025. Il livello dei salari rimane stabile. Anche se si contraggono gli investimenti. Ma soprattutto pesa un futuro in cui “l’incertezza e i rischi al ribasso sono aumentati. La prolungata guerra di aggressione contro l’Ucraina e l’intensificarsi del conflitto in Medio Oriente alimentano rischi geopolitici e per la sicurezza energetica. E i possibili dazi imposti dall’amministrazione Usa peserebbero “altamente” nell’Ue.

Germania in recessione, corre la Spagna
Una situazione che colpisce anche il colosso tedesco che dovrebbe rimanere in recessione quest’anno con un meno 0,1% di pil per poi riprendersi nel 2025 (0,7) e nel 2026 (1,3). La Francia punta all’1,1 di crescita quest’anno e 0,8 nel 2026. A correre di più sono la Spagna (+3%), Polonia (+3%), Malta (+5). In più in difficoltà sono invece Austria (-0,6) e Irlanda (-0,5).

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