Le famiglie italiane sono in difficoltà. La loro capacità di spesa non solo risulta inferiore del 5,9% rispetto ai Paesi di Eurolandia, ma é fortemente più bassa di quella dei nuclei familiari tedeschi e francesi, rispettivamente del 18,8% e dell’11,9%.
A misurare la complessità del vivere quotidiano nella crisi è una rielaborazione fatta dall’associazione dei consumatori Adusbef dei dati dell’Eurostat relativi al 2011. Il “termometro” utilizzato è il parametro Aic, cioé il consumo individuale effettivo pro capite. L’Aic, che è inserito tra gli indicatori raccomandati nel rapporto Stiglitz-Sen-Fit, riesce a calcolare i beni e i servizi realmente consumati dagli individui ed è considerato uno strumento affidabile per equiparare spese tra i diversi Paesi.
La fotografia scattata vede, rispetto agli italiani, una maggiore capacità di spesa delle famiglie lussemburghesi (+38,6%) seguite da quelle tedesche (18,8%), dalle austriache (+17,8%) e dalle britanniche (+16,8%). Una migliore capacità di spesa rispetto all’Italia – calcola l’Adusbef rielaborando i dati di Eurostat – viene espressa anche dalla Svezia, dalla Danimarca, dalla Francia (+11,9%) e quindi dalla Finlandia e dal Belgio. L’aumento è sempre a due cifre. Ma l’Italia risulta con una valutazione peggiore sulla capacità di spesa individuale anche alla media di Eurolandia (-5,9%) mentre se si considerano tutti i 27 Paesi europei risulta migliore per l’1%. L’Adusbef spiega le ragioni.
“La crisi sistemica, generata da avidità banchieri e ricorso ai derivati – afferma l’associazione dei consumatori – è più acuta in Italia, per la mancanza di concorrenza nei settori strategici, gas, energia, trasporti, banche, assicurazioni, dominati da monopolisti ed oligopolisti di settore che impongono, con la complicità di Autorità poco indipendenti, prezzi e tariffe tra le più elevate d’Europa. Per superare la crisi, il Governo deve adottare politiche economiche in grado di rompere cartelli e monopoli, bloccare per 1 anno gli aumenti, restituire alle famiglie la capacità di spesa che possa rilanciare i consumi”.
C’é anche chi sta peggio degli italiani. 7 punti percentuali al di sotto dell’italia sono gli spagnoli, di 10 punti la Gracia, di circa il 20% i portoghesi. Nella tabella vengono riportati anche i dati dai paesi extraeuropei. I cittadini più floridi, in questo caso, sono quelli norvegesi (+33,7% di capacità di spesa rispetto agli italiani) seguiti dagli svizzeri (+28,7%) mentre appaiono ancora lontani dal “Belpaese” i paesi della penisola balcanica e la turchia con una capacità di spesa dei loro cittadini più bassa di quella italiana in una forchetta compresa tra -40 e -65%. L’8,2% delle famiglie italiane presenta almeno uno tra i ‘sintomi’ che indicano il sovra-indebitamento.
Lo rileva un occasional paper di due economisti della Banca d’Italia. L’analisi basata su dati 2010 prende in considerazione 5 sintomi: dal peso delle rate per i pagamenti, agli arretrati, al numero degli indebitamenti. Anche se le famiglie che effettivamente non riescono più a rispettare gli impegni di debito sono solo lo 0,6%, come risulta dall’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.