L’annuncio dell’arrivo di Apple a Napoli ha creato tante aspettative, ma ora il realismo prende il posto dell’ottimismo. A spiegare le dimensioni del progetto è stato lo stesso amministratore delegato Tim Cook, l’erede del fondatore Steve Jobs, che due giorni fa a Roma ha citato a più riprese il termine «scuola» per definire il futuro polo tecnologico da creare all’ombra del Vesuvio. Il presidente del Consiglio nazionale per le ricerche Luigi Nicolais osserva che, «se così dovesse essere, sarebbe effettivamente un po’ poco. Dobbiamo essere prudenti e non illudere i giovani. Meglio vedere prima il piano industriale». Ma di piano industriale non c’è al momento alcuna traccia, se non una dichiarazione d’intenti tra i più stretti collaboratori di Renzi e il capo del gruppo Usa.

 

 

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