I lavoratori della Sirti, società specializzata in impiantistica telefonica ad alta tecnologia, hanno proclamato lo stato di agitazione, con manifestazioni e scioperi a oltranza, in seguito alla decisione della dirigenza di trasferire tout-court circa 40 lavoratori presso la sede di Cagliari. “Non siamo d’accordo con questa decisione perché l’azienda non ha pianificato nel modo corretto la gestione del personale da trasferire e del lavoro da svolgere”, dichiarano i portavoce della RSU sostenuti dai lavoratori. Dal 25 maggio è in corso uno sciopero che coinvolge tutti i lavoratori della sede di Casandrino: “Ci chiedono di lavorare alla posa della fibra ottica a Cagliari quando qui in Campania la mole di lavoro è enorme, senza tener conto che entro pochi giorni inizieremo a lavorare anche su questa tecnologia. Pensiamo che si tratti di una scelta poco ponderata e poco lungimirante da parte dei vertici aziendali. Una volta che saremo andati a Cagliari, quanto tempo resteremo? Chi prenderà in gestione il nostro lavoro qui in Campania? Siamo stanchi di vedere la nostra professione svilita da subappaltatori che, pur di far cassa velocemente, non si curano di retribuire adeguatamente la manodopera e non forniscono le dovute precauzioni di sicurezza sull’ambiente di lavoro”. Accuse pesanti che non sembrano essere placate dalla dirigenza. Al momento i lavoratori hanno ricevuto solo una comunicazione di un rientro per le ferie estive e la successiva trasferta, senza però essere a conoscenza di una data precisa per il rientro definitivo. Ultimamente la RSU ha incontrato la dirigenza aziendale per presentare le proprie perplessità e proporre una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. Sfortunatamente i vertici hanno rifiutato il confronto proseguendo su una strada incomprensibile che ha portato all’agitazione e alla creazione di un clima ostile e negativo. La RSU auspica che l’azienda venga a miti consigli, ascoltando le ragioni dei lavoratori e cercando di eliminare i disagi provocati dalla decisione di trasferire 40 persone in un’altra regione italiana.