Altro che ‘casta’: i giornalisti con un contratto di lavoro stabile sono soltanto 15.891 (13.048 professionisti, 2.700 pubblicisti e 143 praticanti). E la categoria subisce una progressiva, inarrestabile erosione, poiché nel 2009 erano inquadrate regolarmente 18.859 persone, dunque in cinque anni “il tasso di contrazione dei livelli occupazionali in ambito giornalistico è 6,4 volte maggiore di quello della generalità del sistema Paese”. Cifre impietose quelle diffuse oggi a Napoli dall’Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti), nel corso di una tavola rotonda alla Giornata nazionale della previdenza. Quanto alle tipologie contrattuali, ha spiegato il presidente dell’Ente pensionistico, Andrea Camporese, 14.688 sono a tempo indeterminato, mentre 1.203 hanno un rapporto lavorativo a termine, a fronte di “quasi 60.000 operanti a vario titolo nel settore”; il trend di assunzioni e cessazioni, inoltre, vede 1.706 ingressi nel 2014 a fronte, però, di 2.641 interruzioni con un saldo negativo di 935 unità. Sempre lo scorso anno, poi, l’Inpgi ha erogato 2.013 trattamenti di disoccupazione, 772 di cassa integrazione straordinaria, mentre sono stati attivati 2.858 contratti di solidarietà. E, se si valuta che su un totale di 29.110 giornalisti professionisti 13.048 sono contrattualizzati stabilmente, si evince che il 55,18% è in cerca di collocazione. Occorre “fare qualcosa in tempi brevi”, ha avvertito Camporese, annunciando che nei prossimi mesi l’Inpgi deciderà interventi di welfare specificamente dedicati “ai colleghi non dipendenti”.