La ricognizione del cedolino, di carta oppure on line, è particolarmente attenta per insegnanti e personale della scuola (docenti e Ata) che attendono gli arretrati del contratto 2019-2021 sbloccati dall’accordo con il Governo. La somma inquadrata nel rettangolino nero in fonda a destra si annunciava invero corposa perché intanto somma stipendio di dicembre e tredicesima. E poi gli arretrati che possono andare dai 2.362 euro (media per tutto il personale) ai 4.113 euro per ricercatori e tecnologi. In tanti ritenevano che questi arretrati sarebbero stati saldati oggi, invece non è così anche perché non c’erano state conferme ufficiali ma solo voci rimbalzate sul web. Come riporta anche il sito OrizzonteScuola.it, bisognerà attendere la settimana fra Natale e Capodanno. Garantito il rispetto del bonifico con valuta entro la fine dell’anno in corso. Un attesa che riguarda almeno un milione e 200 mila dipendenti pubblici, fra i quali 850mila insegnanti. Si ricorda inoltre che la tredicesima riguarda docenti e personale scolastico a tempo indeterminato e coloro che hanno un contratto al 30 giugno o al 31 agosto. In questi casi la la mensilità extra ammonta ai “dodicesimi” in cui si è lavorato. Scuola, la caccia ai supercedolino: oggi niente arretrati, ma solo stipendio e tredicesima. A quanto ammontano e quando arriveranno. Sempre dal sito Orizzonte Scuola arrivano chiarimenti sulla voce “arretrati a credito” (806/ERE ESONERO IVS L.234/2021 – AC) trovata nel cedolino odierno (15 dicembre): non si tratta degli arretrati 2019/2021 in questione e attesi, ma “dell’esonero contributivo per i lavoratori dipendenti che abbiano un reddito imponibile mensile massimo di 2.692 euro, solo per quest’anno”. Pagando meno contributi per il periodo luglio-dicembre 2022 si determina un aumente della retribuzione: lo scenario riguarda solo che non supera la soglia mensile di imponibile previdenziale individuata come massimale.
È “solo” un accordo ponte su aumenti ed arretrati per insegnanti e personale Ata, ma l’attesa in oltre un milione di famiglie del mondo della scuola era tale che l’intesa fra il ministro Giuseppe Valditara e i sindacati, firmato ieri all’Aran (Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), rappresenta una svolta determinante con cifre e tabelle che in queste ore, seguite a tre lunghi anni di trattatative, stanno vorticosamente passando di mano in mano. E il merito, cardine del programma del nuovo Governo? Se ne riparlerà più avanti perché questo accordo riguarda tutto il personale senza distinzioni e valutazioni. Il personale Ata è il personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti e scuole di istruzione primaria e secondaria, delle istituzioni educative e degli istituti e scuole speciali statali. In servizio ci sono 135mila persone con questo inquadramento. Gli insegnanti in Italia sono circa 850mila, di cui 150mila di sostegno: si tratta del comparto più vasto della Pubblica amministrazione. Complessivamente l’accordo che riguarda l’erogazione dell’anticipazione del periodo 2019-2021 interessa un milione di 232mila dipendenti, comprendendo anche parte del settore dell’università (non i docenti). Le fasce di anzianità e i gradi
sono sei: fino a 8 anni, 9-14, 15-20, 21-27, 28-34 e da 35. L’ammontare degli arretrati per insegnanti e personale Ata? Si va da 2.500 a 2.800 euro netti (vedi tabelle sotto), ma per i calcoli definitivi serve ancora un po’ di tempo. Gli aumenti (lordi e per 13 mensilità) partono da poco meno di 100 euro (personale Ata) e salgono fino a 120/130 euro: anche qui anzianità di servizio e ruoli sono determinanti. Difficili, stante il numero delle variabili, fare medie di queste cifre, il che spiega la disparità fra i numeri che circolano e circoleranno in questi primi giorni seguenti l’accordo. Quando arriveranno aumenti ed arretrati?
Si prevede che i primi aumenti, parziali, arriveranno con lo stipendio di dicembre, salvo poi andare a regime da gennaio 2023. Sempre a dicembre sono attesi gli arretrati. Non sarà necessario presentare domande.