Non solo gli aumenti della bolletta del gas, quelli del carrello della spesa e delle prestazioni sanitarie. Da gennaio anche i pensionati più fragili, quelli non più autosufficienti, si troveranno ad affrontare un aumento dello stipendio minimo della badante di quasi il 10%. È l’ennesimo scherzo di un’inflazione galoppante che a novembre ha sfiorato il 12%, che non fa scattare una pari rivalutazione delle pensioni. L’aumento automatico dei minimi retributivi riguarda tutta la categoria, tra colf e badanti, come previsto dal contratto nazionale. E peserà più su chi conta su aiuti familiari conviventi, che lavorano le 54 ore previste dal contratto. Ma è evidente che la stangata lascerà il segno maggiormente sugli anziani più vulnerabili, che utilizzano diffusamente i minimi previsti dal contratto nazionale. «Speriamo di trovare un accordo sulla dilazione degli aumenti nell’anno», spiega al Messaggero Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, e vice presidente di Fidaldo. Non è in discussione l’aumento previsto da un contratto. Ma i tempi. Funziona così. Il contratto collettivo che regola i rapporti di colf, badanti e baby sitter con le famiglie presso le quali lavorano prevede infatti un adeguamento annuale dei minimi retributivi in base all’inflazione, rilevata dall’Istat al 30 novembre di ogni anno. In particolare, il Ccnl prevede che sia una Commissione formata dalle parti datoriali e sindacali, convocata dal ministero del Lavoro, ad aggiornare le retribuzioni. Ma attenzione, in assenza di un accordo tra le parti entro il terzo incontro calendarizzato ogni 15 giorni, l’adeguamento scatta in automatico nella misura dell’80% dell’inflazione (+9,44% nel nostro caso) per le retribuzioni minime, e nella misura del 100% dell’inflazione per i valori del vitto e dell’alloggio dei lavoratori. Ebbene il primo incontro al ministero è già alle spalle con una fumata nera. Il prossimo tavolo è il 3 gennaio. Ma se entro il 18 non ci sarà intesa diversa, l’aumento di circa il 10% scatterà in automatico. E si parla di rincari fino a 130 euro al mese. Per una badante convivente, per esempio, il minimo passa da 1.026,34 a 1.120,76 euro, senza contare gli aumenti sui contributi. Mentre le famiglie che versano già una paga più elevata dei minimi, non avranno impatto.