Scenderebbe a 30 euro il tetto al Pos. Il governo Meloni tratta con l’Ue per abbassare la soglia dei pagamenti elettronici. E la trattativa potrebbe avere un punto di caduta: dimezzare l’attuale soglia, 60 euro, fino a 30 euro, senza sanzioni per gli esercenti. In queste ore, fanno sapere dal ministero dell’Economia, sarebbe in corso un’interlocuzione con Bruxelles su due soglie: 30 e 40 euro. È uno dei nodi più intricati della manovra. Sul tetto all’uso del contante il governo ha già incassato una vittoria: il Consiglio Ue ha fissato la soglia massima a 10mila euro, l’Italia ha introdotto (tra le polemiche) una soglia ben più bassa: 5mila. Ma la strada è quella come ha confermato Roberto Pella, deputato di Forza Italia e uno dei relatori della manovra a 24 Mattino su Radio 24.«L’abbassamento della soglia a 30 euro per l’utilizzo del Pos è un’ipotesi allo studio, la stessa presidente Meloni aveva parlato a noi relatori e ai capigruppo di questa trattativa che lei stessa ha portato avanti con l’Europa. La possibilità di scendere ci è stata richiesta». Ora rimane appunto il nodo Pos. Su cui il governo non vorrà impuntarsi con l’Ue, tanto più alla vigilia di un Consiglio europeo in cui la premier Giorgia Meloni potrebbe chiedere flessibilità sul Pnrr italiano. Abbassata la soglia dei pagamenti elettronici – da ora in poi l’esercente potrà chiedere pagamenti in contanti fino a 30 (o 40) euro senza essere multato – resta da risolvere il problema delle commissioni bancarie. Sono il vero cruccio per i commercianti, che ad ogni pagamento elettronico si trovano sottratta una quota da destinare alle banche e ai gestori che hanno erogato il servizio. Ma qui il governo può poco: con l’Abi (Associazione banche italiane) è già stato aperto un tavolo e si cercherà di chiedere al settore bancario un contributo di solidarietà per abbassare le commissioni.

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