di Michele Apicella
La Commissione Affari generali del Comune di Aversa ha l’altro giorno espresso parere favorevole alla nomina di cittadino benemerito e onorario del dr. Salvatore Vendemmia, fino a circa quindici anni fa dirigente medico del reparto Pediatria dell’ospedale Moscati di Aversa. Questa la motivazione che sorregge il proposto riconoscimento: “Un medico che ha sempre messo al primo posto il benessere dei bambini” (sic!).
Nel congratularci con l’insignendo chiediamo che contestualmente, con una massiccia infornata, sia conferita a tutti i medici aversani, anzi a tutti coloro che esercitano professioni liberali o altre attività, la cittadinanza benemerita e onoraria. Non è una provocazione. Tutt’altro. Limitandoci alla categoria dei sanitari, non può sfuggire a nessuno che i medici locali sono professionisti che hanno svolto e svolgono la loro attività con passione, riconosciuta competenza, serietà e onestà, mettendo sempre -come del resto è assolutamente normale – “al primo posto” (e, per carità, giammai al secondo o al terzo posto!) coloro che richiedono di essere assistiti e curati. Dobbiamo notare che quasi tutti i nostri benemeriti medici non hanno mai chiesto o ottenuto “aiutini” né dalla politica, né dal loro ordine professionale, né da aziende commercialmente interessate alla loro attività. Molti di essi, inoltre, hanno spesso organizzato convegni di apprezzato livello ai quali hanno partecipato luminari nazionali e stranieri. Non pochi, poi, sono stati relatori in tanti simposi e molte volte sono stati anche chiamati a moderare dibattiti tra i più noti “baroni” della medicina che per preparazione, ingegno e riconoscimenti, vengono considerati maestri. La stragrande parte dei nostri medici, per di più, non ha mai chiesto contributi, “assistenza”, patrocini, sponsorizzazioni dirette o mediate dalla politica. Né ha mai strumentalizzato la loro attività per “lanciare” familiari, affini, amici o amici degli amici. E ad Aversa, che ha sempre avuto una eccellente classe professionale in tutti i campi dello scibile, tanti, tantissimi hanno fatto cose egregie che hanno portato e portano la città all’attenzione generale. I nomi? Sono, appunto, tantissimi, li conosciamo tutti, li apprezziamo e siamo e saremo sempre grati ad essi, anche perché, è convinzione comune, essendosi costoro ‘limitati’ a fare il loro sacrosanto e apprezzato dovere, non solleciteranno (o pretenderanno) mai un formale riconoscimento di benemerenza, come, invece, senza alcun imbarazzo, fanno quasi sempre, con petulante insistenza, per ingiustificata egolatria, megalomania o narcisismo, coloro che si raccomandano per ottenere che sia una medaglia, un attestato a certificare e, addirittura, ad esaltare i loro comuni, ordinari doveri professionali e i loro presunti ma spesso inesistenti meriti.
Ai gratificanti risultati che hanno raggiunto, quasi tutti i professionisti normanni ci sono arrivati con le loro esclusive forze e capacità e per la competenza che unanimemente viene ad essi riconosciuta; e quindi senza aiutini politici, amicali o di casta, vivendo ad Aversa, con gli aversani e tra gli aversani, essendo sempre presente agli appelli della città e, soprattutto, senza mai “commercializzare” la loro attività. Cosa allora devono fare tutti costoro per essere ufficialmente nominati anch’essi cittadini benemeriti e ottenere la cittadinanza onoraria? A ben riflettere e in tutta sincerità, crediamo che non debbano fare nulla, ma proprio nulla perché siamo sicuri che non ne avvertono il bisogno e perché, come ci hanno rivelato in tanti, ritengono che quel particolare riconoscimento non debba loro spettare e, soprattutto, non spetti a coloro che, in tutti i campi, onorano quotidianamente la propria professione con capacità, onestà, scrupolo e diligenza. Gli aversani li conoscono bene tutti quelli che hanno operato e operano egregiamente e, vivendo e conoscendo “la storia” cittadina, conoscono anche tutto ciò che bisogna conoscere per apprezzare (o non apprezzare) l’uomo, il professionista, il collega e il cittadino. Quindi, com’è giusto, essi si accontentano della stima, della riconoscenza e dell’affetto che proprio gli aversani (ma anche i non aversani) hanno loro sempre dimostrato e continuano a dimostrare. Questa è la benemerenza che li soddisfa, li gratifica e li inorgoglisce. Non hanno bisogno di altro e non chiedono o chiederanno altro. Apprezziamo questa posizione, anche perché siamo sinceramente convinti che non sono i riconoscimenti formali (che, naturalmente, rispettiamo, anche se, purtroppo, quasi sempre avvengono senza ascoltare il famoso ma bistrattato “popolo”, e spesso addirittura concessi per ragioni che poco hanno a che fare con i meriti veri, presunti o autoassegnatisi) a indurre gli aversani ad “accorgersi” dei professionisti e ad apprezzarli. Né crediamo, per la verità, che solo per essere stati “politicamente” e ufficialmente riconosciuti aversani benemeriti e/o onorari, gli aversani potranno accrescere considerazione, stima e giudizio su coloro che hanno ordinariamente e doverosamente svolto la loro attività. E siamo anche certi che non l’accresceranno verso coloro che, come è a tutti noto, sono progrediti nella carriera solo per ragioni burocratiche o altro, e non certamente per titoli accademici, percorsi e serietà di studi, significativi meriti scientifici, eccezionali capacità professionali e, non da ultimo, qualità umane. Bisogna infatti convenire che solo quando realmente (e non con attestati o diplomini di comodo rilasciati per convenienza o ad pompam) ricorrono tutte queste particolari e verificate condizioni può essere giustificata e apprezzata la concessione da parte della città di un siffatto riconoscimento; che, ricordiamolo, deve essere preceduto da una procedura rigorosa e seria, che non può essere strumentalizzata né dalla politica né dagli interessati, né da vicinanze amicali, familiari, “comparizie” o altro.
Se ciò malauguratamente dovesse accedere, si rischia infatti di svilire la cittadinanza benemerita e onoraria a una insignificante medaglia di cartone, che come tale non si può negare a nessuno. Ma allora sarebbe la città a perdere in autorevolezza e credibilità e a esporsi a giudizi che è conveniente ora non esprimere e nemmeno immaginare. E poi se c’è un medico del reparto Pediatria dell’ospedale Moscati di Aversa da insignire, per meriti sul campo, è senza alcun dubbio il dr. Gennaro Golia, tra i migliori pediatri della Campania, professionista integerrimo, in possesso di qualità umane uniche, sempre disponibile ad aiutare i più deboli. E con un pregio, al giorno d’oggi considerato un difetto: in tutta la sua carriera non ha mai chiesto nulla al potente di turno. A un professionista come Golia spetta un riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni pubbliche. Per una volta sarebbe premiata una persona che ha fatto del “merito” la sua stella polare.