di Mario De Michele
La frittata è fatta. Nel sud il Pd arranca. E rischia il flop alle europee. Se nelle altre circoscrizioni il partito di Renzi è quotato ben oltre il 30% (tra il 32 e il 34), in quella del meridione i conti non tornano. E nel gruppo dirigente serpeggia il panico. Non raggiungere la soglia del 30 per cento sarebbe un disastro politico. E avrebbe un effetto devastante per gli aspiranti eurodeputati. La previsione iniziale di eleggere 5-6 parlamentari appare un miraggio. I posti utili potrebbero essere solo 3-4. La prima vittima di una possibile catastrofe elettorale sarebbe proprio chi ha fatto di tutto, dando il meglio di sé, per affondare il Pd. Il pericolo numero uno dei Democratici: Pina Picierno. Durante la campagna elettorale la capolista ha inanellato a tempo di record una serie di figuracce. Memorabile quella degli 80 euro: “Una famiglia ci fa la spesa per due settimane”. Al punto che lo stesso Renzi ha tentato di mettere una pezza: “Pina è single”. Un modo elegante per far capire che la Picierno ha detto una stronzata.
“Grazie” alle tragicomiche performance televisive e alle dichiarazioni choc sui giornali, la capolista ha mostrato una straordinaria, forse unica, capacità di far perdere voti al suo partito. E come se non bastasse ha dimostrato una disarmante inconsistenza politica e un totale scollegamento con i territori (Gramsci l’avrebbe definita “disconnessione sentimentale”). Un mix esplosivo che via via ha fatto passare la voglia a tanti elettori ancora indecisi di votare per il partito di Renzi. Insomma, la Picierno ha compiuto un vero capolavoro all’incontrario. Un’operazione da manuale dal titolo: “Ecco come vi faccio perdere le elezioni”. L’inadeguatezza, ormai proverbiale, della deputata casertana è percepita non solo all’esterno. Anche nel Pd, sia tra i gruppi dirigenti locali, che tra i militanti e i simpatizzanti, l’imbarazzo iniziale di essere guidati al sud dalla Picierno e non da Michele Emiliano si è trasformato in sconcerto quando la capolista ha iniziato la sua opera di demolizione dell’immagine del partito. Ormai da giorni il “sentiment” dei Democratici non lascia spazio a interpretazioni: la Picierno non piace. E rischia grosso. Non solo di non piazzarsi al primo posto, che già sarebbe una sconfitta per chi è capolista, ma addirittura di non essere eletta.
In casa Pd si dice che Pittella, Paolucci e Gentile avrebbero già le valige pronte per Bruxelles. Per gli altri posti disponibili, al massimo potrebbero essere due, è bagarre tra l’uscente Andrea Cozzolino, Nicola Caputo, Mario Pirillo e la Picierno. Che da carnefice del Pd potrebbe diventare la vittima di se stessa, qualora fosse trombata. Un’ipotesi tutt’altro che remota. La componente della segreteria nazionale, precettata da Renzi, non si è dimostrata all’altezza, anche perché è una novizia delle preferenze. Ha sempre campato sulle spalle di Franceschini, suo “protettore politico”. Che nonostante le figuracce mediatiche della Picierno non è mai stato sfiorato dall’idea di chiederle di tenere, almeno per un po’, la bocca chiusa. Si sa, Franceschini pende dalle sua labbra.