Nell’Aula di Palazzo Madama si approva con 109 si, 77 no 1 astenuto il disegno di legge costituzionale sul premierato. Il provvedimento passa ora alla Camera. La Conferenza dei capigruppo del Senato ha fissato per martedì 18 giugno alle 15.30 l’orario di conclusione dell’esame e del voto degli emendamenti al premierato. La seduta si è aperta con un minuto di silenzio per il generale Claudio Graziano, scomparso ieri 17 giugno. “Sono certo che in questa occasione non ci saranno azioni di disturbo da parte di nessuno” ha detto poi il presidente del Senato La Russa aprendo la seduta. Il senatore a vita Mario Monti, ha preso la parola per primo nell’Aula di Palazzo Madama e ha dichiara il suo voto contrario al provvedimento. E il suo no, precisa, “è per motivi che prescindono dall’abolizione della figura dei senatori a vita”. “Questo provvedimento – ha osservato – non raggiungerà gli obiettivi che si propone e non determinerà il desiderato riavvicinamento dei cittadini alla politica”. “La riforma sembra non guardare al mondo che ci circonda dove, anche al di là dell’Atlantico, ci sono governi dove i presidenti sono eletti direttamente dal popolo e sono quelli che sono più in crisi”. Questa, ha incalzato Monti, “non è una riforma fatta nell’interesse dei cittadini, ma della categoria dei politici. I cittadini, infatti, se il governo sarà meno stabile, saranno penalizzati”. “Siamo fermamente contrari a questa riforma nel merito e per le conseguenze politiche che avrà. Perché di fatto se un governo va male e si perdono i consensi, il premier è comunque blindato”. Così il senatore e leader di Azione, Carlo Calenda annunciando il voto contrario. “E’ un problema di metodo – ha aggiunto – perché arrivare a un confronto frontale sempre e comunque può portare a dolorose sconfitte, ma per voi il punto è spostare l’attenzione dai problemi veri” citando ad esempio i giovani che lasciano l’Italia o quelli sotto la soglia di povertà o le difficoltà della scuola pubblica. Ma, ha chiesto: “Come ne usciamo? Con una grande ordalia tra il bene il male”, rimarcando che “il prossimo anno segheremo un altro pezzo del ramo, il ramo su cui siamo seduti e che coincide con le istituzioni repubblicane attraverso un conflitto costante, al termine del quale saremo tutti più deboli”. “Oggi tagliamo il primo traguardo della riforma che introduce in Italia l’elezione diretta del Presidente del Consiglio. La riforma darà effettivamente voce al popolo, che diventerà protagonista attivo non solo semplice spettatore. Ci dispiace per chi in questi lunghi mesi in Commissione e poi in aula ha remato contro, mi riferisco alle opposizioni di sinistra che ora stanno tentando di aizzare pericolosamente le piazze ben consapevoli di manifestare contro la volontà degli italiani. Dovranno farsene una ragione”. Lo ha detto in aula durante le dichiarazioni di voto la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Noi moderati, Maie. “Il gruppo ha chiarito in discussione generale che per noi discutere dell’elezione diretta del premier non era né un’eresia né un atto di sovvertimento democratico. Quindi abbiamo portato riflessioni riformiste e – ha aggiunto – a differenza di altri, abbiamo presentato un nostro disegno di legge organica e abbiamo fatto emendamenti ma il risultato finale è deludente”. Lo ha detto in Aula Enrico Borghi, capogruppo di Italia viva al Senato, in vista del voto contrario del suo gruppo alla riforma del premierato sui cui a breve si esprimerà l’Aula di Palazzo Madama. “Questa non è la madre di tutte le riforme ma un rattoppo illusorio che pretende di chiudere una transizione repubblicana”. Totale contrarietà” al ddl sul premierato è stata espressa dal senatore di Avs Peppe De Cristofaro che, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama parla di una riforma “pericolosa” che “assegna il potere nelle mani di una sola persona”. Ma “noi – avverte – non ve lo permetteremo. Sposteremo la nostra lotta nel paese reale”. “Già oggi pomeriggio – annuncia – per denunciare il clima insopportabile che state creando scenderemo in piazza”. Più popolo e meno palazzo: questa è la via che indichiamo e per questo voteremo la riforma con gioia e convinzione”. Così il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, annunciando il voto favorevole sul premierato. Durante il suo intervento il senatore del gruppo Misto, Tino Magni, mostra il testo della Costituzione in segno di protesta. “In 20 mesi 65 DL con quasi 50 voti di fiducia tra Camera e Senato. Non vi basta questo strapotere? Non avete mai ricercato il consenso comune”. Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia intervenendo nell’aula di Palazzo Madama in dichiarazione di voto sul ddl per il premierato. “Siamo assolutamente contrari a questa riforma” ha detto il presidente dei senatori del M5S Stefano Patuanelli intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama sul ddl per il premierato. “Le regole del gioco – ha osservato – si dovrebbero fare per tutti e si dovrebbero fare tutti insieme” e invece la maggioranza se le sta facendo da sola su misura. “Dico a chi ha parlato di scambio tra le riforme (del premierato e dell’autonomia differenziata tra FdI e Lega, ndr) che non si chiama scambio ma accordo politico tra forze di maggioranza, che hanno il diritto di farlo e che anzi tengono unita questa maggioranza”. Così il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, annunciando il voto favorevole sul premierato. Lo scorso 12 giugno il Senato ha approvato il sesto degli otto articoli del ddl sul premierato elettivo. L’articolo riguarda il Senato che, secondo la Costituzione, viene eletto “su base regionale”, il ddl Casellati aggiunge le parole “salvo il premio su base nazionale previsto dall’articolo 92”. Infatti il precedente articolo 5 del ddl Casellati ha inserito nell’articolo 92 della Carta la previsione di un premio di maggioranza per le liste che appoggiano il candidato premier che vince le elezioni. Il Senato inizia ora l’esame dell’articolo 7, che riguarda le crisi di governo e su cui c’è un emendamento del governo. “Alla violenza istituzionale della destra, allo SpaccaItalia e ai pieni poteri del premierato, noi rispondiamo con i nostri corpi, le nostre voci, i nostri sorrisi. La vera faccia del Paese, quella che non si piega e resiste a questa destra pericolosa. Oggi tutte e tutti in piazza Santi Apostoli a Roma alle 17.30. Lo scrive su Facebook Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra