SOLOFRA – Come mai una comunista dovrebbe intervenire in una vicenda interna al Partito Socialista? Semplicemente perché in questi giorni si è usata la parola “compagni” per definire i neotesserati socialisti di Solofra; essendo una persona che si fregia dell’appellativo Compagna da 16 anni e ci tiene a questa parola, per quanto anacronistica possa sembrare, preferirei che la si trattasse con rispetto. Fino a questo momento ero stata a guardare e avrei continuato a farlo, non fosse stato che per l’ennesima volta la politica locale sembra dare prova del suo carattere non-politico. Non posso non chiedermi come mai, fatta eccezione per qualcuno, non mi sia mai capitato di incontrare queste “nuove speranze” della città di Solofra nelle varie battaglie fatte sia attraverso la politica che l’associazionismo negli ultimi anni.

Mi si potrà, forse, tacciare di eccessivo legame alle logiche di partito, ma, come ribadito a chi mi ha avvicinato in questi giorni, non posso ritenere di sinistra persone che fino a poco tempo fa inneggiavano al PDL e oltre. Non è la tessera a fare l’ideale, questo vale sia in un senso che nell’altro, e Solofra è la dimostrazione di come questo modo di fare politica, che io non esito a definire osceno, sia pratica comune anche dei cosiddetti giovani la cui unica differenza dai vecchi che ci governano è solo l’età anagrafica.

I giovani chiamati in causa affermano che Maria De Chiara fa sponda ad una determinata corrente del loro partito a livello locale, se di correnti si parla si dovrebbe essere almeno informati su come funziona un partito, cosa che ho avuto la possibilità di verificare non essere così. Non ho assistito a nessun congresso fondativo né tantomeno ad un’investitura ufficiale da parte degli organi dirigenti federali di Avellino, anzi.

Questa situazione mi ricorda molto quanto successo cinque anni fa con i due circoli della Margherita.

Speravo di dover aspettare l’inizio dei comizi per disgustarmi, ma a quanto pare mi sbagliavo.

Avrei solo qualche riflessione da proporre agli elettori solofrani prima di decidere chi votare. Come mai si abbandona l’inno dell’antipartitismo, per poi tesserarsi in massa ad un partito con la pretesa di rivendicare una storia che non è propria, non solo dal punto di vista politico, ma nemmeno sotto il profilo del vissuto personale? Può costituire un’alternativa per Solofra l’andare contro l’ora, invece di proporre il dopo? Di quanta fiducia sono degne persone che hanno trascorso i loro giorni a criticare, essendo indifferenti a quanti cercavano di costruire?

In questi giovani io non vedo alcuna alternativa, e in alcuni di loro nemmeno la gioventù, io ho 33 anni e non ritengo di dover essere considerata ancora una giovane della politica visti gli anni di pratica che mi porto sulle spalle: sarebbe un’ipocrisia. A dire il vero, non vedo nessuna alternativa. Il problema a Solofra, non sono le persone che decidono di fare una lista, ma la concezione stessa della politica, che, ahinoi!, in questo paese è marcia. Magari peccherò di pessimismo, ma quella Politica sana fatta di ideali, principi, rettitudine e coerenza io qui non la vedo, e mi dispiace molto perché temo che da questa nuova tornata elettorale non verrà fuori alcun miglioramento per questa città.

 

Solofra, lì 17 marzo 2012.

Circolo Territoriale Prc Avellino

Membro del direttivo

Amalia Hilda Tobar Barrionuevo

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