AVELLINO – «La bonifica del sito dell’ex Isochimica di Avellino e la tutela sanitaria e giuridica dei suoi lavoratori continuano ad essere ostacolati dalla complessità giuridica della vicenda ma anche da un mancato coordinamento istituzionale che si deve superare, chiamando a un tavolo unico permanente in Prefettura tutte le parti coinvolte, Regione, Comune, Provincia, ASL, INAIL, ASI, curatela fallimentare, sindacati, coordinamenti di lavoratori e abitanti dell’area.
Al di là delle vicende giudiziarie, tutti sono chiamati ad assumere le proprie responsabilità e lo devono fare subito» E’ unanime il giudizio espresso dalla Commissione Regionale Bonifiche che questa mattina, alla presenza del Presidente Antonio Amato e dei consiglieri Anita Sala e Rosetta D’Amelio, ha ascoltato, i rappresentanti del Comune, della Provincia, dell’ASL e dell’ASI di Avellino, e i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL, UIL, e UGL nel corso di una nuova audizione sulla vicenda dell’ex industria di Elio Graziano, chiusa dal 1988, dove venivano decoibentate carrozze ferroviarie. «A un anno dal sopralluogo effettuato da questa commissione» ha ricordato il Presidente Amato «dobbiamo constatare che nulla è stato fatto per la bonifica. Giacciono ancora alle intemperie gli oltre 500 blocchi di amianto cementificato, più di 1200 tonnellate di materiale altamente pericoloso a cui si aggiunge quello interrato nel piazzale. Nel frattempo gli operai continuano ad ammalarsi, ancora a morire, e sussistono le difficoltà per il pieno riconoscimento delle patologie contratte». La commissione, all’unanimità, ha deliberato di sollecitare nuovamente la commissione regionale sanità per verificare il percorso avviato con l’Istituto Superiore di Sanità, e di mettere in campo tutte le azioni utili per promuovere una modifica ad hoc della legge Fornero che consenta il prepensionamento degli operai. Per la bonifica, invece, si è deciso di promuovere un nuovo sopralluogo coinvolgendo anche l’assessorato regionale all’ambiente per individuare le modalità utili per la messa in sicurezza e la bonifica dell’area: «La proprietà privata del sito, per la quale ancora sussiste un contenzioso giudiziario tra curatela fallimentare e ASI, rende tutto più complesso, l’azione di bonifica non spetta alla regione, bisogna valutare forme e possibilità di azioni in danno» affermano i componenti della commissione «Questa mattina abbiamo saputo dal comune che le indagini svolte dall’Università di Salerno scongiurano nell’immediato il rischio della presenza di fibre d’amianto liberate nell’aria, ma non danno alcuna garanzia per il futuro prossimo immediato. Si rischia una vera e propria catastrofe ambientale sulla quale è necessario intervenire individuando tutte le strade utili. Bisogna innanzitutto riportare in evidenza la drammaticità della situazione, l’improcrastinabilità degli interventi e la necessità di controlli costanti nel tempo. Per questo ci recheremo presto ancora in sopralluogo nell’ex Isochimica e chiederemo anche al Prefetto e al nuovo procuratore generale di Avellino, il dott. Cantelmo, di partecipare perché, pur nel rispetto dei diversi ruoli, è assolutamente necessario dare un segnale preciso di forte attenzione delle istituzioni tutte. Quindi bisognerà costruire un tavolo unico in Prefettura e dar vita ad un coordinamento degli enti per individuare le strade atte a realizzare i costosi interventi di smaltimento dei blocchi di amianto presenti in superficie e di quello interrato. Non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria» concludono Amato, Sala e D’Amelio «tuttavia richiamiamo tutti alla responsabilità di disinnescare questa vera e propria bomba ambientale, assumendo inoltre, sin da ora, l’impegno a verificare la possibilità che la Regione si costituisca parte civile negli eventuali procedimenti giudiziari che dovessero scaturire da questa vicenda».