“La crisi politica, che si è aperta ieri in seno all’amministrazione comunale di Aversa, conferma l’assoluta inconcludenza e inadeguatezza della maggioranza consiliare che sostiene il sindaco Franco Matacena”. È impietosa, quanto aderente alla realtà, la disamina di Giuseppe Buompane. Per il coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle “si è assistito all’ennesima rissa fra bande in maggioranza”. Da qui la ferma richiesta alla fascia tricolore di dimissioni ora e subito. “Si sta mortificando una città come Aversa per assecondare una lotta di potere, tutta interna alla maggioranza, fine a se stessa. Rivolgo un appello al Sindaco che, prima di tutto, è in questo momento un rappresentante delle istituzioni: metta fine a questo spettacolo indegno, a questa bieca strumentalizzazione dell’istituzione comunale; dal punto di vista politico, prenda atto che la sua maggioranza non esiste più (se mai è esistita) e rassegni le dimissioni. Nel suo magro servizio ai cittadini aversani – conclude il leader provinciale dei pentastellati casertani – conceda almeno a questi ultimi la possibilità di voltare pagina e di chiudere quanto prima un capitolo davvero imbarazzante e scialbo della storia politica della città normanna”. A scanso di equivoci e forse per stoppare eventuali spinte ribaltoniste, Buompane lancia un messaggio politico forte e chiaro anche ai rappresentanti locali dei 5 Stelle. Posizione sacrosanta e coerente, pienamente condivisa da Filippo Panza, esponente di spicco del gruppo territoriale, oltre che politico di grande spessore e persona dalla specchiata integrità morale.

Intransigente anche la posizione de La Politica che serve capitanata da Alfonso Golia, che ha pubblicato sulla pagina Fb del movimento un post inequivocabile del consigliere Mario De Michele sintetizzabile in “Matacena a casa”. “Il consiglio comunale di oggi ha certificato quello che noi de “La Politica che Serve” denunciamo da mesi: la maggioranza Matacena, politicamente, non è mai esistita. L’amministrazione civica che si era presentata come “alternativa” è implosa, vittima delle stesse logiche che diceva di voler superare: personalismi, faide interne, trasformismi, giochi di potere. Le dimissioni morali dovevano arrivare da tempo. Ora ci sono anche quelle politiche. La mozione di sfiducia all’assessora Diana non è un caso isolato, ma il segnale finale di una coalizione allo sbando: senza visione, senza coerenza, senza guida. E anche sulla mozione all’assessore De Cristofaro, la tenuta della maggioranza è apparsa più una fuga strategica che una difesa convinta. Il voto segreto – aggiungono Golia e company – ha mostrato il vero volto della crisi: una maggioranza che non si fida più nemmeno di sé stessa. Quando si deve ricorrere all’anonimato per colpire, l’esperienza di governo è finita. Noi non siamo tra quelli che godono nel distruggere. Noi non abbiamo mai fatto opposizione per convenienza, ma sempre per costruire: portando proposte concrete su scuola, ambiente, conti pubblici, trasparenza, welfare. Oggi, più che mai, diciamo con chiarezza: serve voltare pagina. Il sindaco – concludono gli esponenti de La Politica che serve – prenda atto della realtà: non ha più i numeri, non ha più una coalizione, non ha più credibilità. Per rispetto della città e per la sua stessa dignità politica e personale, rinunci a ogni alchimia di palazzo e restituisca la parola ai cittadini. Solo così potremo davvero rimettere Aversa in cammino”.

Più ambiguo e poco incisivo il commento social del dem Marco Girone, primo promotore della sfiducia dell’opposizione a Olga Diana. “Oggi il consiglio comunale ha approvato la mozione di sfiducia all’assessore all’Ambiente con 19 voti favorevoli. Una decisione non facile, ma necessaria. Abbiamo scelto di assumerci la responsabilità politica di dire basta all’abbandono, al degrado, all’assenza di una visione ambientale. Questa sfiducia non è un attacco personale, ma l’affermazione di un principio: chi amministra deve rispondere delle proprie azioni (o inazioni), e soprattutto dello stato in cui versa la città. Ringrazio i consiglieri comunali che hanno avuto il coraggio di votare secondo coscienza e nell’interesse della nostra comunità. Ora non ci sono più alibi: serve una svolta vera. Noi continueremo a vigilare, a proporre, a denunciare. Perché Aversa merita di più”.
Se abbiamo ben compreso, e abbiamo perfettamente compreso, per Girone l’unico male dell’amministrazione Matacena era Olga Diana. Tolta da mezzo lei, ci potrà essere una svolta. L’atteggiamento del consigliere del Pd fa accapponare la pelle per la miopia politica. Come fa a non cogliere quello che anche un non vedente noterebbe al volo: il primo anno di gestione amministrativa è stato un totale fallimento dell’intera squadra di governo. Ridurlo al caso Diana, oltre a palesare la mancanza di una chiave interpretativa politica, fa sorgere qualche legittimo sospetto. Per caso Girone era in fila con chi in questi giorni è andato a bussare alla porta di Giovanni Innocenti per un possibile ribaltone? E per caso tra gli astanti figurava anche Marcantonio Mottola dei 5 Stelle? Lo scopriremo presto.
Mario De Michele












