E se l’inchiesta della procura Napoli Nord su alcuni ex amministratori comunali, rieletti alle recenti amministrative, fosse solo la punta di un iceberg? L’indagine in corso è stata svelata da Il Mattino con un articolo di Nicola Rosselli. Sia il quotidiano che il giornalista sono fonti più che attendibili. Parliamo di una testata storica e di un cronista di indubbia professionalità. Liquidare la faccenda con fastidio (“sono stupidaggini”) o con frasi di circostanza (“non abbiamo nulla da temere”) sarebbe un grave errore, sia perché il dubbio che non finisca qui è più che fondato, sia perché, come si usa dire, la politica deve arrivare prima della magistratura. Il tema non è il garantismo. Ci siamo sempre battuti, a differenza di altri, per affermare anche sul piano giornalistico il principio costituzionale della presunzione di innocenza. Per noi un avviso di garanzia (cioè a garanzia dell’indagato) non è un avviso di colpevolezza. Ma se la giustizia deve fare il suo corso, possibilmente senza condanne mediatiche preventive, quando la palla va nel campo della politica è necessario fare i conti con una questione ineludibile, quella dell’opportunità. Rosselli scrive che l’inchiesta verterebbe sullo sperpero di soldi pubblici per il finto rifacimento del tetto di un edificio scolastico. La scuola è l’istituto comprensivo Domenico Cimarosa di via Giotto. A quanto pare i lavori furono effettuati, ma dalla stessa ditta senza rispettare il criterio della rotazione. Sarebbero coinvolti 3-4 amministratori, tra cui un assessore, della gestione griffata Alfonso Golia. Si dirà: “È soltanto un’indiscrezione giornalistica, nulla più”. Non ne siamo convinti. Un giornale autorevole come Il Mattino e un professionista esperto come Rosselli non avrebbero trattato con superficialità una notizia del genere. Nell’articolo viene precisato che gli inquirenti hanno anche ascoltato, come persona informata sui fatti, quindi del tutto estranea alla vicenda, l’allora presidente della commissione Trasparenza Gianluca Golia, che brilla per onestà e serietà. Insomma il caso sollevato da Il Mattino non può essere derubricato a fuffa giornalistica. C’è molta sostanza. E prende forma il sospetto che il caso della scuola Cimarosa sia soltanto un piccolo tassello di un puzzle investigativo molto più grande. Non è escluso che l’inchiesta si sia estesa a macchia d’olio su altri ambiti della passata amministrazione. Uno spezzone delle indagini potrebbe riguardare, ad esempio, il mercato delle vacche che si aprì in occasione del cambio della maggioranza di centrosinistra. Italia Notizie, allora Campania Notizie, condusse una battaglia editoriale furibonda contro il tradimento della volontà popolare. Non avevamo le prove di una compravendita (l’avremmo scritto) ma nutrivamo molti dubbi sulla bontà politica, e non solo, di quell’accordo che metteva assieme esponenti politici e consiglieri comunali di estrazioni completamente diverse, in qualche caso opposte. Durante la Fase 2 della gestione Golia si susseguirono “voci” allarmanti che riproponevano con forza il tema della questione morale. Le “voci” sono un conto, e noi non le abbiamo mai rincorse, un’indagine giudiziaria è tutt’altra storia. Allora riproponiamo la domanda iniziale: e se l’inchiesta della procura Napoli Nord fosse solo la punta di un iceberg? Se avesse una portata sovracomunale? Se fossero coinvolti anche big della politica? Se riguardasse assunzioni ad orologeria nella sanità pubblica? Con i “se” e con i “ma” non si scrive la storia. Non c’è dubbio. Ma c’è un’altra faccia della medaglia che in caso di riscontri renderebbe questa faccenda tragicomica per la nuova maggioranza politica e consiliare. Qualora l’attività investigativa fosse partita da un’interrogazione o da un esposto di un esponente di spicco della coalizione civica, all’epoca all’opposizione, una gag tra Fantozzi e il ragionier Filini sarebbe meno esilarante. Lavoriamo di fantasia. Sarebbe impossibile trattenere sonore risate vedendo dietro ai banchi centrali del civico consesso, diciamo un nome a caso, Alfonso Oliva con la delega di vicesindaco e, un altro nome pescato al volo, il presidente dell’assise Giovanni Innocenti. Se uno di loro avesse messo in guai seri l’altro sarebbe lo specchio di una maggioranza con la credibilità politica sotto lo zero. Da temperature siberiane. Nemmeno la mente fervida di Agatha Christie avrebbe immaginato una trama così densa di colpi di scena. Figurarsi Franco Matacena. Che ora si trova di fronte a un dilemma inestricabile: nominare una giunta tecnica, “estranea” alla maggioranza, o rischiare il tutto per tutto conferendo le deleghe ai leader della coalizione civica. Non è una scelta semplice. Se ci mette la faccia puntando su un esecutivo politico ma l’inchiesta prende una brutta piega con alcuni suoi assessori e consiglieri indagati pagherà un prezzo altissimo. Anche ripiegare su una giunta tecnica potrebbe rivelarsi un pannicello caldo inutile rispetto a un’eventuale bufera giudiziaria che spazzerebbe via la maggioranza. E inevitabilmente anche Matacena e i suoi buoni propositi. Sarebbe impossibile perfino per un ottimista nato come lui fermare uno tsunami con le mani.

Mario De Michele

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