Dopo l’azzeramento della giunta deciso da Franco Matacena si va verso una maggioranza a 13, massimo a 14 consiglieri. Finora è fallito il tentativo di spaccare Forza Azzurra. Al momento i consiglieri Luigi Dello Vicario, Adele Ferrara e Ivan Giglio non hanno alcuna intenzione di sfarinare il gruppo capitanato da Gianpaolo Dello Vicario. In verità il sindaco non li ha neppure convocati lasciando aperto soltanto il canale sintonizzato su Ciccio Di Virgilio, l’unico che potrebbe essere ammaliato dalle sirene della delega all’Asi, obiettivo che rincorre fin troppo caparbiamente ormai da mesi.

Gli altri tre azzurri normanni invece non sono disposti a lasciare campo libero alla fascia tricolore, a maggior ragione dopo essere stati snobbati da Matacena, che si è limitato a inviare degli emissari per cercare di ricucire lo strappo. Particolarmente agguerriti Ferrara e Giglio. Ai due consiglieri, sbarcati sulle rive di Forza Azzurra dopo le comunali, non va giù l’idea che un gruppo composto da 4 membri debba essere considerato dal sindaco il figlio di un dio minore, mentre ad altre forze della maggioranza viene riservato, non si sa per quale motivo, un trattamento di riguardo. In altre parole chiedono più spazio nell’esecutivo. E in effetti non si comprende, ad esempio, perché Alfonso Oliva, sostenuto dal solo Massimo Virgilio, debba ricoprire la carica di vicesindaco, anche alla luce dei pacchiani strafalcioni amministrativi di cui si è reso protagonista nei primi 18 mesi di mandato.

In base ai numeri a Forza Azzurra spetterebbero due assessorati. Ma in questa fase difficilmente sarà possibile perché Matacena ne uscirebbe malconcio. Una strada percorribile potrebbe essere quella di lasciare a Dello Vicario e company un solo posto nella squadra di governo ma con la delega di vicesindaco e con settori come i Grandi eventi e lo Sport. Sarebbe una via di mezzo praticabile sia per la fascia tricolore che per Forza Azzurra, in attesa del rimpasto di metà consiliatura che potrebbe spalancare le porte al secondo assessore. In quell’occasione la prima testa che rotolerebbe sul patibolo sarebbe quella di Oliva. E il cerchio si chiuderebbe nella tempistica giusta, perché anche in politica vale l’antico proverbio secondo cui “la vendetta è un piatto che va servito freddo”. Chiedere oggi la testa di Oliva avrebbe l’effetto contrario, ovvero lo rafforzerebbe, in quanto non ci sono ancora le condizioni per la sua dipartita. Non esistono i compromessi perfetti, così come non si può fare politica con i diktat oppure dicendo a Matacena: “Se resta Oliva, noi ce ne andiamo”.

Nella nuova giunta il sindaco vorrebbe in quota sua Federica Turco. La fascia tricolore è convinto che la capogruppo di Noi Aversani darebbe un contributo importante per avviare la “fase 2” dell’amministrazione dopo il lungo rodaggio iniziale. La leader dei sagliocchiani, che dimettendosi dall’assise farebbe largo a Luigi Vassallo, ha già incassato il sì degli alleati, tutti disponibili al suo ingresso nel team di governo. Però anche in questo caso ci sono dei “ma” da tenere in considerazione. Sul fronte della maggioranza il consiglio perderebbe uno dei pochi pezzi in grado di fronteggiare le offensive dell’opposizione. Elemento da valutare con attenzione ancor di più se Forza Azzurra fosse messa ai margini e la coalizione di Matacena si riducesse a 13 o a 14 componenti. Non solo. L’ingresso della Turco nell’esecutivo potrebbe indebolire Francesco Sagliocco, l’altro assessore di Noi Aversani, che in prospettiva diventerebbe il secondo anello debole della maggioranza, dopo Oliva, nel caso servisse spazio in giunta nel rimpasto di metà consiliatura o per accogliere qualche esponente della minoranza pronto a soccorrere numericamente il sindaco. In stretto contatto con i sagliocchiani, Turco sta soppesando con la solita meticolosità i pro e i contro di una sua eventuale entrata nell’esecutivo, incarico che accetterebbe soltanto se si creassero le condizioni politiche giuste e se fosse utile alla “causa” della maggioranza.

Insomma, è tutto ancora in evoluzione, per non dire in alto mare. Mai come stavolta la palla è nel campo di Matacena, al quale gli alleati, con Giovanni Innocenti in testa, vero ago della bilancia, hanno dato pieno mandato per trovare la soluzione migliore per uscire dalla crisi. Il primo cittadino deve fare un salto di qualità sul piano politico. Se lui non è disposto a sottostare ai diktat, posizione pienamente condivisibile, allo stesso modo non può pretendere che siano gli altri a essere messi nella scomoda situazione di “prendere o lasciare”. Da qui la necessità di aprire al confronto diretto con tutti sulla nuova giunta e sul futuro dell’amministrazione. Il riferimento ai consiglieri Dello Vicario, Ferrara e Giglio è puramente voluto.
Mario De Michele









