Marco Girone

Non è solo una questione di bon ton istituzionale. È anche un tema politico che investe la democrazia e il rispetto dei ruoli in consiglio comunale. La proclamazione degli eletti è un momento importante. È la prima occasione in cui maggioranza e opposizione accedono ufficialmente alla sala consiliare in rappresentanza dei cittadini-elettori. Com’è possibile che gli esponenti della minoranza non siano stati avvisati alla cerimonia di stamattina? Se lo chiede Marco Girone del Pd. “Menomale che Franco Matacena si è presentato dopo la vittoria come il sindaco di tutti. Il primo atto va nella direzione opposta. Manca garbo istituzionale e sensibilità politica. Sono stato invitato a presenziare mezz’ora prima della cerimonia, ma poiché vivo di lavoro e non di politica non ho potuto partecipare”. Il consigliere dem critica in particolare il primo cittadino: “Spero che non sarà un sindaco ostaggio di una maggioranza “padronale”, ma deve comunque capire che il comune non è di chi ha vinto le elezioni, è di tutti, per legge, non per concessione di Matacena e company. La prima uscita – afferma Girone – è una gaffe che denota poco rispetto per i rappresentanti istituzionali della minoranza. Probabilmente Matacena è troppo impegnato a nominare la giunta, nonostante finora il suo impegno non abbia prodotto ancora nulla. Speriamo che la montagna non partorirà il topolino”. Alla proclamazione degli eletti non hanno partecipato nemmeno Mauro Baldascino e Mario De Michele. Attraverso una nota il consigliere della Politica che serve non ha usato mezzi termini. “Sindaco e maggioranza credono che la vittoria elettorale permetta loro di gestire la Casa comunale come un affare privato. Nessuna comunicazione formale, infatti, è stata fatta agli eletti della minoranza rispetto alla proclamazione degli eletti al Consiglio comunale, preoccupandosi di garantirsi invece l’ampia presenza di supporter e truppe cammellate. Sappiamo – precisa De Michele – che la proclamazione è un atto di competenza della Commissione centrale elettorale ma riteniamo che, per rispetto istituzionale degli eletti e dei cittadini elettori, chi ha assunto l’onere di governare la città avrebbe dovuto divulgare l’informazione e non può certo ritenersi sufficiente una telefonata fatta ad appena un’ora dalla cerimonia. Ed è per rispetto ai nostri elettori e al mandato ricevuto che appreso dai giornali della proclamazione ho deciso di non essere presente alla cerimonia”. L’esponente de La Politica che serve denuncia anche l’utilizzo “privatistico” dell’ente locale. “Voglio però lanciare un messaggio chiaro: il comune non è cosa vostra. Nonostante le vostre prime azioni facciano trasparire una gestione privatistica della cosa pubblica come per altro già dimostrato dalle scene in aula consiliare subito per i festeggiamenti post ballottaggio. Ad oggi, infatti – conclude De Michele – c’è personale estraneo alla pianta organica dell’ente che la fa da padrone al secondo piano non avendo alcun titolo per essere lì, stazionare negli uffici, utilizzare suppellettili e strumentazione del comune e non sappiamo se ha anche accesso a documenti riservati al sindaco, segretario comunale e dirigente”.

mademi

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