Scontrini, ricevute fiscali, fatture non in regola, arriva una sanatoria. Tutti i contribuenti che hanno commesso una violazione fra il primo gennaio 2022 e il 30 giugno di quest’anno potranno mettersi in regola pagando però multe ridotte. Ci sarà tempo fino al 15 dicembre. La novità è in un articolo della bozza del decreto legge energia che sarà sul tavolo del Cdm lunedì prossimo. E spunta anche la proroga, fino alla fine dell’anno, degli aiuti agli under 36 per l’acquisto della prima casa. Al bonus bollette, con l’Iva al 5% sul gas, che viene confermato si aggiunge poi un bonus benzina. Per i carburanti, 80 euro che saranno caricati sulla card ‘Dedicata a te’, il governo mette in campo 100 milioni mentre altri 55 milioni vanno a pagare le supplenze a scuola. Parla invece di sanità un ulteriore articolo che conferma, sempre alla fine dell’anno, i componenti della Commissione consultiva tecnico-scientifica e il Comitato prezzi e rimborso dell’Aifa. Non è invece chiusa la partita del mercato tutelato: il governo continua a lavorare sulle norme da inserire in uno dei prossimi provvedimenti sull’energia per traghettare circa la metà delle famiglie italiane nel mercato libero dell’elettricità. Un passaggio, di fatto, prorogato da anni dai vari governi ma resosi ora necessario anche perché legato agli obiettivi del Pnrr. Ma che andrà calmierato per evitare un impatto eccessivo sulle fasce deboli. “Sono in corso valutazioni – ha spiegato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – sul meccanismo di traghettamento al di fuori del mercato tutelato dei clienti domestici, ed in particolar modo dei vulnerabili, tenendo conto dell’instabilità dei prezzi dell’energia in questa fase storica”. Sotto la lente ci sono infatti i possibili rialzi che il mercato potrebbe subire e, dunque, misure a sostegno delle fasce più vulnerabili. Il governo è però alle prese in primis con la messa punto della Nadef che verrà portata giovedì in Consiglio dei ministri. I margini di azione appaiono decisamente ristretti col problema numero uno che resta quello della caccia alle risorse. Per questo si starebbe valutando come possibile entrata anche una tassa sulle vincite dei giochi. Ma parte delle risorse – secondo quanto viene riferito in ambienti di maggioranza – dovranno arrivare anche dagli spazi generati grazie al maggior deficit 2024. L’asticella nel Def era stata fissata al 3,7% e si ragiona su un possibile innalzamento al 3,8 o 3,9% per il 2024, senza arrivare a toccare però la soglia psicologica del 4% che potrebbe mettere eccessivamente – sarebbe la convinzione – in allarme i mercati e l’Ue. Altra possibile voce di entrata da utilizzare in manovra – che secondo alcune indiscrezioni si aggirerebbe su un valore tra i 20 e i 25 miliardi – è la tassa sugli extraprofitti delle banche. Dall’imposta dovrebbero arrivare tra i 2 e i 3 miliardi, anche se manca la quadra definitiva sulle modifiche. Matteo Salvini torna a difendere la misura: “penso sia giusto chiedere un sacrificio alle banche” ma FI tiene il punto e chiede ritocchi. Martedì è previsto un vertice di maggioranza con governo, capigruppo e relatori del provvedimento in esame in Senato e non è escluso che, visti i tempi stretti d’esame si ricorra, mercoledì, alla fiducia. Le priorità restano il taglio del cuneo e gli aiuti alle famiglie ma resta aperto il cantiere delle pensioni. Così come quello della p.a. E il ministro Paolo Zangrillo avverte: “lo scorso anno siamo intervenuti con un’una tantum ed è chiaro che, se dovessimo pensare al worst case, quanto meno l’una tantum deve essere ribadita. Altrimenti si verrebbe a creare una situazione per cui non solo non abbiamo il rinnovo ma ci sarebbe anche un decalage delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Diciamo che questa è la extrema ratio”.