CASERTA – «Ho allertato i vertici nazionali del mio partito affinché il prossimo governo apra subito una vertenza lavoro sulla provincia di Caserta. E’ giunto il momento di dare un futuro alle settemila famiglie schiacciate dalle varie crisi che hanno colpito il mondo del lavoro della nostra provincia». Ha le idee chiare il candidato al Senato del Pd Dario Abbate su dove andare ad intervenire una volta eletto.

«Ci sono principi cardine ai quali il Pd non può non fare riferimento e il lavoro dignitoso è uno di questi: Bersani da questo punto di vista è stato chiaro, è necessario restituire la felicità a quei lavoratori che sono stati mortificati da scelte inadeguate che non sono servite a risollevarli dalla crisi – ha proseguito Abbate – dobbiamo rimettere la tutela dell’ occupazione al centro di ogni discorso su Caserta, promuovendo politiche che favoriscano la creazione di nuovi posti di lavoro e migliorino la qualità dei lavoratori, rafforzando, allo stesso tempo, i sistemi di protezione sociale, il rispetto dei principi e diritti fondamentali nel lavoro e promuovendo una maggiore coerenza fra la politica economica e sociale». Abbate fornisce un quadro dettagliato di quella che è la situazione di crisi che si sta vivendo in Terra di Lavoro, snocciolando il dato delle settemila famiglie che vedono il loro futuro a rischio. «La situazione casertana negli ultimi 12 mesi è questa: 1200 lavoratori in Cassa integrazione in deroga (Apm, Ixfin, Itel, Formenti, Unicom centro ricerche, Tecarb. Finmek e Costelmar); 2410 lavoratori in cassa Integrazione straordinaria per crisi (Jabil, Siltal, Telelia, Tower automotive, Its, Firema), 1650 dipendenti in Cassa integrazione ordinaria (Proma, Indesit, Marconi, Tel, Comap, Stel Sud), oltre 1000 lavoratori in mobilità (tra le altre aziende, Dm Elektron, Metalpoint, Antea, Morteo, Mf Componenti) a cui vanno aggiunti gli oltre settecento esodati e i lavoratori socialmente utili che, dai Comuni alle scuole, vivono una condizione di disagio estremo essendo, nei fatti degli “schiavi legalizzati” – spiega Abbate – non è più accettabile una cosa del genere, il Partito democratico lo sa, e ha già pronta una strategia per accompagnare fuori dalla crisi queste famiglie».

 

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