Il dibattito sul dissesto finanziario del Comune di Capua di venerdì scorso, organizzato dalle testate Interno18, Attivamente news.it, Campanianotizie.com e Vocenuova tv, è stato un’occasione persa per affrontare responsabilmente la drammatica situazione della nostra città. Ci si è cimentati in una fotocopia, malriuscita, dell’ultimo Consiglio Comunale in cui ci si trovava di fronte, com’era prevedibile che fosse, allo scenario classico: la maggioranza, nella sua assurda pretesa d’infallibilità, nonostante i sette anni e mezzo di governo, negava la benché minima responsabilità mentre l’opposizione, giustamente, riteneva, invece, che le responsabilità ci fossero e anche grandi.

Anzi, io e il consigliere Frattasi affermando, addirittura, che, pure la minoranza potesse avere le sue pur piccole colpe, invitavamo l’intero consiglio alle dimissioni ma, partendo dalla maggioranza che, sicuramente, aveva colpe enormemente più grandi. Si chiedeva insomma di chiudere il libro vecchio e aprirne uno nuovo. Invece, dicevo, si faceva un passo indietro, perché, dopo l’esaustivo intervento di Fiorentino Aurilio, si sarebbe potuto e dovuto guardare al futuro, invece, ci sì è ripetuti tentando di dimostrare, da una parte, chi era più bravo a difendere l’infallibilità dell’amministrazione e chi, dall’altra, era in grado di costringere gli amministratori a confessare il proprio fallimento. Ancora una volta il teatro e la ricerca di visibilità prevalgono sulla politica. Eppure negli interventi di Pasquale Frattasi, Giorgio De Blasio e, in parte, dello stesso Antonio Minoja il tentativo di aprire una discussione nuova che guardasse in avanti, era stato fatto.

Purtroppo, essendomi dilungato nel mio primo intervento e avendo rinunciato alla replica, non ho avuto la possibilità di riprendere il filo di questi interventi ma, soprattutto, non ho potuto replicare, cosa che spero di riuscire a fare qui, all’accalorato intervento del sindaco che, per altro, dimostrando, forse, poco interesse a una mia replica chiarificatoria, abbandonava l’aula subito dopo il suo intervento. Il Sindaco, infatti, ritenendo che io avessi affermato che la sua amministrazione non avesse un programma, ha elencato delle opere da essa realizzata ritenendo così di dimostrare che io usassi la menzogna come arma politica nei suoi confronti. Niente di più sbagliato. Quando ho parlato dell’assenza di un progetto, non mi riferivo al programma che, condivisibile o meno, ogni compagine politica ha. Quando parlo di progetto, mi riferisco all’idea di città che si ritiene dover lasciare in eredità ai propri figli e ai propri nipoti, come indicava saggiamente giorgio de blasio l’altra sera (ricordo lo slogan di luca branco candidato sindaco “progetto Capua”).

La maggioranza, sindaco, che, tra l’altro, non è più quella elettorale, nella migliore delle ipotesi, ha ricevuto il consenso e il mandato proprio su un programma ma, sulle grandi scelte, e questo per Capua è il momento delle grandi scelte, non può avere la presunzione, che può trasformarsi in tracotanza del potere, di escludere gli altri nel progettare e realizzare il futuro e attuare cose che incidono nella carne viva di ognuno di noi. Come lei sa, amico sindaco, è una vita che mi batto, con i partiti che rappresento in consiglio, per la difesa dell’ambiente e per una migliore qualità della vita e se si discute d’isola pedonale, non posso che essere interessato e che se, conseguentemente, si ponga il problema dei parcheggi lo ritengo lapalissiano. Ma, caro Primo Cittadino, davvero lei crede che ciò si possa fare per decreto senza coinvolgere, da protagonisti, sin dall’ideazione, le forze vive della città a partire dai commercianti ma, direi, fino a ogni singolo cittadino? Certo i tempi, forse, si allungheranno un poco, ma sono i tempi della democrazia. Forse si dovrà procedere con gradualità ma le scelte condivise durano in eterno. Come si può continuare a pensare di imporre alla città un gassificatore sperimentale, (l’uguale è a Malagrotta di Roma, finito da due anni e non funziona) ritenuto, oramai, dai più, inutile? Poco conta se i cittadini contrari sono più o meno della metà. Certe scelte richiedono, se possibile, l’unanimità.

E, allora, appare chiaro che il fraintendimento dell’altra sera è dovuto, molto probabilmente, a questa diversa visione del futuro e della sua realizzazione. E’ vero che una maggioranza ha il diritto/dovere, assumendosi anche responsabilità, di rispondere del mandato ricevuto ma questo mandato non è assoluto. I grandi progetti, il futuro della città si pensano con la testa dei cittadini, camminano con le loro gambe e si consolidano con la loro partecipazione attiva. Sia chiaro: non sto chiedendo il coinvolgimento della minoranza che pure, in alcuni casi, mi sembrerebbe doveroso oltre che utile. Sto parlando del coinvolgimento quotidiano di tutti i cittadini che devono sentirsi ed essere protagonisti della costruzione della Capua futura. Per quanto ci riguarda, come centrosinistra, continueremo a confrontarci sui problemi e sulle proposte di risoluzione nel solo interesse della città. La nostra disponibilità c’è sempre stata e continuerà a esserci senza confusione di ruoli. Noi eravamo, siamo e continueremo a essere opposizione, come sempre, responsabilmente, al servizio dei cittadini.

Il Consigliere Comunale Antonio Gucchierato

I Partiti del Centrosinistra

 

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