Povero Domenico Zinzi. Per lui è un’estate da dimenticare. Cara, carissima. Il presidente della Provincia di Caserta è stato “costretto” a sborsare d’un colpo (in tutti i sensi) la bellezza di 88.929 euro. Una mazzata per uno come lui notoriamente parsimonioso. Stringendo i denti come si fa per sopportare l’ago della siringa, Zinzi ha staccato il maxi-assegno per saldare un vecchio conto con una società che gli fornì il materiale (manifesti, volantini, brochure e “santini”) per le sue campagne elettorali. Un conto salato che per anni il numero uno di Corso Trieste non aveva pagato, né avrebbe voluto farlo. L’ingente somma è finita nelle casse della ditta ”Imago Media Srl”, attualmente in liquidazione e affidata a un curatore fallimentare. A nulla sono valsi i tentativi estremi di Ferdinando Mancini, avvocato di Zinzi, di trovare un accordo per versare soltanto il 50% della somma dovuta. Le reiterate richieste del legale del presidente della Provincia si sono infrante contro il muro invalicabile eretto dall’avvocato Raffaele Mezzacapo, che come un mastino non ha ceduto di un millimetro, costringendo Zinzi a pagare fino all’ultimo euro. Anzi ottenendo anche 717 euro in contanti per le spese legali.
A sollevare il caso del mancato versamento, scivolato col passare degli anni nel dimenticatoio, è stato Angelo Brancaccio. Ai microfoni di Campania Notizie, il sindaco di Orta di Atella e consigliere provinciale mise sulla graticola Zinzi, non solo per lo spreco di soldi pubblici, ma anche per la vicenda dei manifesti non pagati. “Se Zinzi – dichiarò Brancaccio – non si fa scrupoli a dilapidare denaro pubblico, quando invece deve mettere mano al suo portafoglio ha il braccino corto, diventa oculatissimo, anzi “insolvente”. Infatti, ha ricevuto un precetto di pignoramento per non aver versato circa 90mila euro alla società che gli ha fornito materiale elettorale. E tuttora, approfittando del fatto che nel frattempo la ditta fornitrice è stata messa in liquidazione, non ha ancora saldato il suo debito. Che esempio morale, un uomo tutto d’un pezzo! Peraltro – sottolineò Brancaccio – il mandatario elettorale era Gaetano Briamonte, commercialista e fedelissimo di Zinzi che, guarda caso, lo nominò, una volta divenuto presidente della Provincia, commissario liquidatore del Consorzio unico di bacino. Per la serie: parenti e amici prima di tutto”. Accuse pesantissime. Che si sono rivelate fondate in quanto il presidente della Provincia ha oggi, a malincuore, “cacciato” i soldi. Povero… Zinzi.
Mario De Michele