di Francesco Piccirillo*
In qualità di rappresentante del candidato Roseto, ho partecipato ininterrottamente alle riunioni della commissione provinciale per il congresso. Sono stato presente durante i confronti (a volte divenuti anche scontri) che si sono svolti con l’unico obiettivo di garantire lo svolgimento di un congresso provinciale, leale, trasparente e non “turbato” da qualsivoglia ingerenza di apparati e centri di potere, interni ed esterni al partito. Mi sono impegnato nella garanzia di Roseto e dei candidati delle sue liste, difendendo il PD di Caserta dai tanti fiancheggiatori che si sono mossi per fini esclusivamente personali. Tanto in una dialettica democratica forse lunga, in alcuni tratti anche dura. Una dialettica democratica, però, improntata, sempre, al rispetto delle regole.
Nello svolgimento del mio ruolo in commissione, a difesa dell’innovativa idea di partito che porta avanti Peppe Roseto, mi sono opposto alle nomine dall’alto. Contro chi voleva e vorrebbe, ancora, un Congresso “a giochi fatti”. Purtroppo, chi non è abituato a competere non potrà mai capirlo. E, infatti, non lo ha capito! Mi sento quindi, di ringraziare, così come ha fatto già ieri Roseto, e di congratularmi con tutti gli undici componenti della commissione, che, con spirito di abnegazione e senso di appartenenza, non hanno disprezzato di lavorare, con riunioni interminabili, spesso, durate fino a notte inoltrata, per consentire che si arrivasse ad un congresso che garantisse il più ampio coinvolgimento possibile e la maggiore partecipazione democratica degli iscritti e dei simpatizzanti del partito. Tutto questo, nella convinzione che si deve, ancora, migliorare e che le critiche servono proprio per evitare il ripetersi di errori.
Ciò detto, non è assolutamente giusto, però, che, chicchessia, in special modo uno dei candidati, non solo ha preferito farsi portare in carrozza (ed è una sua scelta) ma, soprattutto, si permetta di esprimere giudizi del tutto sommari e privi di qualsiasi fondamento sull’operato della stessa commissione. La sua ingiustificata ostinazione ha reso necessario un intervento dalla sede romana per dirimere la questione e ratificare ciò che poteva essere deciso a Caserta, in piena autonomia. Chi diceva che o si votava il 3 o avrebbe ritirato la candidatura (anche dietro minacce di richieste di commissariamento) è rimasto smentito. Si voterà il 10 novembre! Entrambi i candidati (senza che nessuno si sia ritirato) avranno la possibilità di avviare un confronto sereno e squisitamente politico su quelli che sono i veri temi che interessano il territorio. Non si comprende, quindi, il senso di alcune sortite sui mezzi di comunicazione. Non potendo più sottrarsi al confronto politico, si cerca di spostare tutto sulla polemica. La partita, finalmente, si gioca. Non ci sarà più il risultato a tavolino.
La commissione tutta ha garantito, per il bene del partito democratico casertano, che il nuovo segretario sarà eletto e non nominato. Chi ha paura di perdere non vuole più giocare. Questo non è segno di coraggio. Vogliamo un segretario che sappia fare, anziché apparire. La prosopopea la lasciamo agli altri. L’elogio di se stesso, in questo mese, è diventato l’elogio del nulla.
*Rappresentante di Peppe Roseto, candidato alla segreteria provinciale Pd Caserta
Capogruppo consiliare Pd Orta di Atella