“Continuiamo così, facciamoci del male”. La celebre frase di Nanni Moretti è lo slogan ideale per il Pd casertano. Anche nel momento della scelta dei candidati alle europee, i Democratici di Terra di Lavoro hanno offerto il meglio di sé per apparire spaccati e perennemente lacerati. Una storia antica ormai. Che si ripete in ogni “passaggio” importante. E l’indicazione dei nomi degli aspiranti europarlamentari è un’occasione troppo ghiotta, da cogliere al volo per alimentare il fuoco delle polemiche e dello scontro interno. E scontro è stato. Sul tavolo romano sono giunte le candidature di due casertani: quella di Nicola Caputo, già in ballo da tempo; e quella di Camilla Sgambato, formalizzata stamattina con la comunicazione al Regionale. E a Roma si staranno sbellicando dalle risate. “Siamo su Scherzi a Parte?”, si saranno chiesti i vertici nazionali. No, stiamo semplicemente assistendo ad un’altra puntata della telenovela Democratica in salsa casertana, con i soliti veti incrociati e i noti dissapori e personalismi. E come sempre in passato, anche in questo caso tutti si proclamano innocenti e danno la colpa agli altri. Caputo considera la decisione della segreteria provinciale, assunta ieri sera, di proporre la Sgambato come una mossa per sbarrargli la strada. Il gruppo dirigente sostiene che è stato il componente del parlamentino campano a giocare sporco bypassando il partito casertano e spostando il tavolo delle trattative sul piano regionale. Insomma, tutti contro tutti. Il risultato? Sempre lo stesso: Caserta si divide e viene penalizzata – pardon, cancellata – e le altre province, Napoli in testa, ne approfittano. E da quanto si apprende, la proposta di candidatura della Sgambato avrebbe alimentato malumori anche all’interno del gruppo che ha condotto Raffaele Vitale alla guida del partito. Secondo la ricostruzione ufficiale il segretario provinciale ha chiesto la disponibilità a candidarsi prima alle parlamentari Pina Picierno e Rosaria Capacchione, poi a Lucia Esposito. Tutte e tre hanno rifiutato l’offerta com’era ampiamente prevedibile. E alla fine la scelta è caduta sulla Sgambato. Ma la verità sarebbe un’altra. Nei giorni scorsi il nome della moglie di Peppe Stellato era già stato posto al vaglio dell’area Letta a Roma, ben prima del giro di “consultazioni” con Picierno, Capacchione e Esposito. E proprio quest’ultima è andata su tutte le furie perché si è sentita presa in giro. Il sospetto è che il gruppo Graziano-Stellato avesse già puntato da tempo sulla Sgambato intrecciando, nell’ambito dell’area Letta, la sua candidatura a quelle per le regionali e per le politiche. Sarà vero? Chissà. L’unica certezza è che il Pd di Terra di Lavoro rischia di restare ancora una volta a mani vuote. Caserta si divide, Napoli e Roma imperano.
Mario De Michele