SAN FELICE A CANCELLO – L’ospedale di San Felice a Cancello al centro della campagna elettorale. C’era da aspettarselo considerando l’importanza dell’argomento. Il candidato sindaco Carmine Palmieri ha le idee molto chiare in merito e già sta lavorando da tempo per giungere alla soluzione ottimale per i cittadini. Secondo il Piano sanitario regionale del 2010, ricordiamo, il nosocomio di San Felice a Cancello è diventato un centro di riabilitazione e lungodegenza.
Affinché l’iter di trasformazione diventi definitivo, occorrono diversi investimenti in termini economici, strumentali e di risorse umane. “Grazie – ha affermato Palmieri – all’intervento del senatore Vincenzo D’Anna, in questi ultimi mesi, qualcosa si è mosso intorno al nostro ospedale. Già da tempo, sto lavorando, interloquendo direttamente con il governatore della Regione Campania l’amico Stefano Caldoro, affinché ci sia un’accelerazione nell’iter di trasformazione del nostro presidio. Ovviamente, uno dei miei primi obiettivi è quello di fare della nostra struttura sanitaria un centro d’eccellenza per la riabilitazione e la lungodegenza, così come previsto dal Piano regionale del 2010. Siamo già ad un ottimo punto: concluderemo l’iter subito dopo le elezioni”.
Il candidato sindaco Carmine Palmieri, inoltre, replica alle dichiarazioni rilasciate da Pasquale De Lucia: “Dal 2002 al 2011, De Lucia è stato prima sindaco di San Felice a Cancello, successivamente presidente del consiglio provinciale di Caserta ed infine, per circa un anno, consigliere regionale della Campania. Nonostante tutti questi incarichi ricoperti dall’ex primo cittadino, il nostro ospedale, proprio in questo periodo, ha subito i colpi decisivi che lo hanno portato ad un inesorabile declino. In questi anni, sono stati trasferiti circa settanta dipendenti, sono stati smantellati i reparti di anestesia e rianimazione, chirurgia Day surgery e ambulatoriale. Il reparto di ematologia è stato trasferito ad Aversa. Nel giugno del 2007, quando Pasquale De Lucia era sindaco e presidente del consiglio provinciale, c’è stato anche il trasferimento del Pronto soccorso medico-chirurgico: proprio quest’ultimo cambiamento ha rappresentato il colpo fatale per la nostra struttura ospedaliera. Solo grazie alla lungodegenza e alla riabilitazione, branche assegnate dal piano regionale sanitario del 2010, è stata evitata la definitiva chiusura del nostro ospedale. Nonostante tutto, presso il nosocomio di San Felice a Cancello oggi è escluso ogni tipo di trattamento di sanità di emergenza, tanto necessaria sul territorio, il quale ha un bacino di utenza di oltre 200mila persone. Infatti, i residenti di Montesarchio (beneventano) e di Acerra e Marigliano (napoletano), città prive di presidi, fino a quando hanno potuto, si sono serviti dell’ospedale di San Felice a Cancello. Insomma, un disastro durato per anni, a cui noi ora vogliamo mettere finalmente il punto”.