CASERTA – Un’altra riunione inutile per traccheggiare e sperare che si avveri il sogno racchiuso in una parolina magica: commissariamento della federazione provinciale del Pd. Ieri sera i “big” del partito (sia chiaro, li chiamiamo così per sintesi giornalistica) si sono radunati al Jolly Hotel per tratteggiare, udite udite, il volto del futuro Pd in Terra di Lavoro.
E ancora una volta hanno partorito il solito topolino (anche lui stanco di essere bistrattato come dirigenti locali e militanti). Presenti, tra gli altri, Stefano Graziano, Franco De Michele, Rosaria Capacchione (giunta in ritardo), Dario Abbate, Luigi Munno, Camilla Sbambato, Lucia Esposito e Giuseppe Stellato.
Dopo ore di un serrato(?) confronto hanno assunto un’altra illuminante decisione politica(?): venerdì prossimo ci sarà una riunione per sondare la posizione dei componenti della direzione provinciale riconducibili alle aree dei partecipanti al summit di ieri, in vista della convocazione della direzione fissata da Arcangelo Correra per lunedì prossimo.
E venerdì di cosa si dovrebbe parlare (se si parlerà) nell’incontro con i “loro” membri della direzione? Di un’altra parolina magica: il cambiamento. Come? Con tre passaggi propedeutici: l’eliminazione di Ludovico Feole, la convocazione del tavolo dei candidati, e lo stop al tesseramento “selvaggio”.
I promotori di questa nobile battaglia politica precisano a gran voce che il loro unico obiettivo è quello di ritrovare l’unità del Pd e presentarsi coesi al congresso provinciale. Ma “ci facciano il piacere!”, direbbe Totò. Quale coesione. E quale congresso. Lo scopo vero di questa manfrina è un altro ed è orami noto a tutti: fare “ammuina” per ottenere il magnifico risultato politico di far commissariare il partito, magari, spera qualcuno, tenendo i fili da dietro le quinte.
Il congresso però alla fine si potrebbe anche celebrare. Ad un patto: che siano loro a vincerlo. Ma il rischio di non avere i numeri per mettere le mani sul Pd è forte. Anche perché il granitico gruppo che si è formato oggi (che già ha perso qualche pezzo) sarà tutt’altro che compatto in sede congressuale. E allora muoia Sansone con tutti i filistei. Meglio commissariare.
A conferma del gioco a “perdere” c’è un altro indizio: il possibile slittamento della direzione provinciale del 18 marzo. Rosaria Capacchione ha impegni parlamentari a Roma e avrebbe già comunicato a Feole o lo farà nelle prossime ore che molto probabilmente non potrà essere presente. Quale motivo migliore per far saltare la direzione?! Altro tempo guadagnato (o perso) per intorbidire le acque. E ripetere ancora per qualche giorno la solita litania: “Stop alla vergognosa gestione del Pd, tenuto in ostaggio da Nicola Caputo, Arcangelo Correra, Carlo Marino e Giovanni Cusano, tramite il “povero” Feole”.
Apriamo e chiudiamo partentesi: caputiani e renziani di Marino hanno irrefutabili responsabilità, perché in una fase così delicata (batosta elettorale, scontri interni, tesseramento in corso,) immaginare di gestire il partito senza aprire un tavolo con le altre anime del Pd è davvero inaccettabile. Come non è accettabile procedere al tesseramento senza i necessari meccanismi di controllo.
Detto questo, però, quelli che oggi stanno dall’altra parte non possono mostrarsi come verginelle, come i salvatori della patria, né tanto meno come il nuovo, avendo, qualcuno di loro, tirato a campare da anni sempre e solo grazie alla politica (sono allergici al lavoro). Vengano allo scoperto e si candidino alla guida del Pd casertano. Le loro ambizioni sono legittime e note a tutti. E’ inutile giocare a nascondino. E soprattutto la smettessero di contrabbandare come interesse del partito il loro interesse ad occupare la poltrona di segretario provinciale. Questi tatticismi da prima Repubblica più che obsoleti sono ridicoli.
Stesso discorso vale anche per la controparte, caputiani e renziani: scendete in campo e dimostrate di avere la capacità politica e il consenso per continuare a gestire il partito. Il gioco a rimpiattino segnerà la demolizione del Pd. E sarà colpa (salvo qualche eccezione in “rosa”) di tutti coloro i quali si definiscono politici ma non sono altro che politicanti.
Consentiteci un suggerimento per il vostro bene e di quello del partito: toglietevi di mezzo e lasciate spazio a facce veramente nuove (no solo anagraficamente). Ritiratevi. Chiudetevi in casa per un po’ di tempo. E aprite le porte del Pd casertano. Solo così potrà entrare aria fresca e pulita.
Mario De Michele