AVERSA – Cova sotto la cenere il malcontento nel Popolo della Libertà della città normanna ma la resa dei conti è rimandata a dopo le elezioni politiche di fine mese, il cui esito rischia di mandare in frantumi i flebili equilibri del partito che ha caratterizzato gli ultimi anni della vita politica cittadina e l’ultimo decennio se si considera il binomio Forza Italia e Alleanza Nazionale.

L’esclusione dalle liste di Nicola Cosentino e Pasquale Giuliano ha lasciato il territorio senza un punto di riferimento e la leadership di Nicola Golia, a livello cittadino, viene messa in discussione da una parte consistente di ‘portatori di voti’ rimasti fuori dal consiglio comunale e dalla giunta che iniziano a scalpitare, rivendicando un ruolo attivo sia nel partito che nell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sagliocco.

 

Un sindaco che ha più volte messo all’angolo le battaglie politiche del partito di maggioranza relativa, accentrando su di se tutte le scelte principali svuotando i consiglieri e il consiglio di qualsiasi funzione di indirizzo politico

Ma il malcontento attraversa anche il gruppo consiliare le cui redini sono affidate a Gianpaolo Dello Vicario. Nel gruppo, composto da Della Valle, Galluccio, Tozzi, Di Grazia, Della Vecchia, Luciano, Costanzo, qualcuno avrebbe chiesto a Gianpaolo Dello Vicario di dimettersi da capogruppo in virtù della sua nomina ad assessore provinciale. Un incarico che porta via tanto tempo al giovane avvocato che, volente o nolente, è costretto a trascurare l’attività di amministratore del comune normanno.

Dello Vicario, per il momento, avrebbe risposto picche anche perché l’ingresso di Costanzo nel gruppo consiliare normanno e la posizione neutrale di Stefano Di Grazia sono fattori che potrebbero giocare a vantaggio del gruppo di ex Forza Italia che ad inizio consiliatura aveva candidato a capogruppo Mario Tozzi.

In pratica si ripropone la stessa situazione dell’anno scorso, quando dello Vicario avrebbe dovuto lasciare a Michele Galluccio il suo posto nella giunta Ciaramella in virtù della sua elezione in consiglio provinciale. Cosa che, però, non fece salvo poi uscire dall’esecutivo dopo non aver votato il bilancio.

Tira una brutta aria, insomma, nel Pdl normanno ma tutto è fermo anche perché il 26 febbraio potrebbe consumarsi una disfatta e un fuggi fuggi generale. Noi fissiamo l’asticella al 25% (nel 2008 fu il 55%  e poi c’è da valutare l’effetto Lucio Romano ndr), vedremo cosa accadrà.

Angelo Golia

 

 

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