CASERTA – “Passa attraverso la realizzazione di un Polo calzaturiero e l’attrazione di investimenti da parte di imprenditori di altre regioni e stranieri il rilancio dell’economia della provincia di Caserta”. E’ quanto ha affermato il consigliere delegato alle Attività Produttive del presidente della Giunta Regionale della Campania, Fulvio Martusciello, al termine dell’incontro avuto alla sede casertana di Confindustria con il presidente dell’associazione Luciano Morelli, il presidente della Provincia Domenico Zinzi e i sindacati.

“Entro il 24 gennaio – ha spiegato Martusciello – il ministro Passera dovrebbe firmare il decreto che consente di fornire ‘aiuti di Stato’ alle aziende che investono in aree di crisi come Caserta senza incorrere nei divieti europei; è chiaro che non sarà più permesso a nessun industriale, come è capitato negli anni passati, di venire nei nostri territori usufrendo di fondi previsti da leggi eccezionali per poi sparire e lasciare migliaia di persone senza lavoro”. Gli interventi, su cui verrà fatta maggior chiarezza nei prossimi giorni (già giovedì 17 gennaio c’è un fondamentale incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, ndr), dovrebbero riguardare l’ex Formenti di Sessa Aurunca (su cui si è già aperto un tavolo con la multinazionale Nec Italia, ndr), il polo tecnologico e delle telecomunicazioni di Marcianise e San Marco Evangelista, per cui fu siglato nel 2008 un accordo di programma mai attuato; “dobbiamo rilanciare il polo calzaturiero – ha detto Martusciello – pensando anche all’agro-alimentare; apriremo un tavolo con ogni imprenditore disposto ad investire nel Casertano”. Lo stesso Martusciello annuncia la realizzazione della “Camera della Moda” campana sull’esempio di quella lombarda, e la partenza a breve su tutto il territorio regionale del patto generazionale (già testato con le aziende del salernitano, ndr), che permetterà ai lavoratori vicini alla pensione di accedere ad un part-time permettendo così ai propri figli di iniziare a lavorare; sarà la Regione a pagare ai dipendenti la parte dello stipendio perso con la trasformazione del contratto fino al pensionamento, dopo il quale i figli subentrati saranno assunti a tempo indeterminato.

 

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