Inizia la fase di riordino post dichiarazione di dissesto. L’amministrazione comunale di Recale, capeggiata dal sindaco Patrizia Vestini, ha dovuto porre in essere una serie di azioni per invertire la rotta.

Con un disavanzo dichiarato di 4milioni e 400mila euro, gli amministratori debbono dimostrare di voler tagliare le spese superflue ed aumentare le entrate. Un ordine del giorno, quello del consiglio comunale di venerdì, ricco di sigle che richiamano ad altrettanti tributi. A scendere nei dettagli il dott. Vincenzo Piscitelli, neo assessore al bilancio e timoniere della fase post-dissesto: “il terrorismo psicologico messo in pratica da chi, nel tentativo di confondere le acque, parlava di aumenti considerevoli dei tributi o di spremitura come limoni dei cittadini recalesi, possiamo dire che è stato inutile. Li abbiamo smentiti con i fatti. Continueremo infatti a non perderci in chiacchiere ma a dimostrare con i fatti chi realmente vuole risanare le casse comunali. Niente aumento dell’IMU per la stragrande maggioranza dei cittadini, un aumento solo dello 0,2 per le case di lusso che certamente non rappresentano la maggioranza. Nessun aumento dell’imposta sulla pubblicità, nessun aumento sui diritti di pubblica affissione e nessun aumento della COSAP. Abbiamo invece aumentato, come più volte detto da noi amministratori, solo l’addizionale Irpef dello 0,2%. Lo avevamo preannunciato che sarebbe stato l’unico rincaro ma stiamo parlando di una spesa pari a 3 o massimo 4 euro a famiglia al mese. Avevano detto che avremmo portato alle stelle le tariffe per mensa scolastica e scuolabus. Abbiamo dimostrato che le tariffe son rimaste invariate. Sono servizi che stiamo gestendo nel migliore dei modi e con le attuali tariffe riusciamo a garantire quanto previsto per legge. Si rassegnino le malelingue. Visto che non le abbiamo aumentate, ci hanno chiesto di diminuirle cadendo nel paradosso opposto. Sui diritti di segreteria abbiamo svolto un buon lavoro. Abbiamo lasciato invariate le tariffe esistenti ed adeguato le altre. L’adeguamento non deve essere visto come un aumento in quanto in passato non erano proprio previste. Abbiamo infatti applicato leggi che da anni a Recale venivano disattese e che sono la norma in altri comuni. Altra voce infondata che metteranno in giro riguarda le nostre indennità. Stanno dicendo ai quattro venti che le abbiamo aumentate. Ricordo loro che nel 2012 abbiamo rinunciato ad otto mesi d’indennità pertanto il capitolo di bilancio era stato ridotto. Ad oggi non abbiamo manifestato volontà di rinunciare e quindi il capitolo di bilancio è stato ricostituito come prima. Loro forse sono abituati a congelare le indennità e non a rinunciare. La perplessità che ho espresso in consiglio riguarda le loro preoccupazioni sul dissesto. Se ci reputano i soli responsabili del dissesto non capiamo perché non sono contenti di una nostra eventuale condanna da parte della Corte dei Conti. Dovrebbero sapere che chi viene condannato deve pagare di tasca propria in base al danno arrecato.”

 

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