Piedimonte Matese –“ In questa sala solo io  e te Giampiero(zinzi ndr) , come consiglieri regionali, possiamo eleggere il futuro Senato disegnato nella riforma rispetto alle 200 persone presenti. Altro che senato della Repubblica e quindi di tutti”. Così  l’ex  governatore di centro destra, Stefano Caldoro, contestando uno dei punti  forti del quesito quello dell’elezione indiretta dei senatori , ha partecipato al convegno organizzato da Forza  Italia,  nella sala auditorium di San Domenico, su  impulso dell’ex sindaco , deputato e coordinatore  regionale del NO di FI , Carlo Sarro. Una  visita discreta- senza  clamori- alle chiese oggetto di intervento post- sisma, rivendicando il lavoro svolto( “senza esibizionismi” come ha  chiosato prima  Sarro ricordando gli impegni presi ) e poi l’intervento di circa venti minuti davanti al popolo del centro destra riunito dopo molto tempo di vacatio.  Ha  criticato vari punti della riforma  costituzionale approvata dal parlamento( il primo passaggio  parlamentare anche con il concorso di F.I./Pdl ndr)  tra cui l’art.70( quello  sul nuovo procedimento legislativo): lungo e complicato anche  con problemi di punteggiatura da far  rimpiangere Totò e Peppino nella famosa scena filmica.Ma è il punto finale del suo intervento  che ha richiamato l’attenzione del pubblico : i potentati del Nord, citando il meridionalista Guido  Dorso- hanno imposto la riscrittura  dell’art 116 della carta  costituzionale  con le modifiche apportate. Un testo- quello oggetto del referendum- che penalizza  le regioni meridionali con il rischio di aumento delle diseguaglianze  quando fa  riferimento  al federalismo differenziato . Il riferimento fatto da Caldoro  è ad documento del pd  dell’Emilia Romagna: “Viene dato – citando il  documento- vita in sostanza ad un federalismo differenziato, selettivo e meritocratico, che punta a premiare le Regioni più virtuose. La formulazione dell’art. 116, fornisce un rilevante strumento di autonomia alle Regioni più virtuose sotto il profilo del bilancio, consentendo a queste ultime di accedere a forme e condizioni particolari di autonomia in alcuni ambiti di competenza esclusiva dello Stato tra i quali sono inclusi: il governo del territorio, le politiche attive del lavoro, l’ordinamento scolastico, la tutela dei beni culturali, l’ambiente, il turismo, il commercio con l’estero”. In altre parole le regioni più ricche potranno sviluppare servizi  sempre più elevati, facendo aumentare e differenze tra nord e sud, secondo  il punto di vista dell’ex  presidente  campano tanto da  parlare di “tradimento per il Sud”. “  durante la  mia  giunta  non ho  mai guardato il colore dei sindaci per i finanziamenti per  “cose utili e non sbilanciate” rivendicando  lo schema operativo post- sisma in sinergia con il parlamentare matesino( se non hanno idee copino le nostre”) e scendendo  nel merito della riforma  ha  contestato l’assetto delineato con “un senato che farà il dopo lavoro”  senza scelte coraggiose come  lo scioglimento delle regioni( un pallino dell’ex governatore è quello delle macroregioni ndr). Ha  chiuso invitando  alla mobilitazione ed alla sorveglianza  nei seggi.

Michele Martuscelli

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