L’apparenza inganna. Sempre. Soprattutto in politica. E quindi nella comprensione di alcune vicende non bisogna guardare il proscenio, ma dietro le quinte. E’ il caso del congresso del Pd di San Nicola la Strada, che 20 iscritti vorrebbero mettere in discussione per motivi procedurali. Il manipolo di neodem (hanno aderito al partito in occasione dell’ultimo congresso provinciale) ha presentato un esposto-riscorso al segretario facente finzione Raffaele Vitale e alla Commissione Adesioni per contestare le modalità di convocazione dell’assemblea congressuale, che si è conclusa con l’elezione di Biagio Annunziata a segretario di circolo, al posto dell’uscente Vito Marotta. Secondo i ricorrenti, il congresso sarebbe (mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo) stato indetto senza una sufficiente pubblicizzazione e senza il coinvolgimento di tutti gli iscritti.

Questa è l’apparenza, cioè il proscenio. Ora veniamo ai fatti. E scopriamo chi c’è dietro le quinte a muovere i fili. Il registra occulto è Carlo Marino. E i 20 paladini(?) della trasparenza e del rispetto delle regole sono per un motivo o per un altro (anche professionale) legati a lui. Il consigliere comunale di Caserta avrebbe voluto piazzare nel direttivo della sezione sannicolese tre suoi “servitori”. La richiesta è stata formulata proprio a Marotta da Gennaro Falco, componente della fantomatica e sempre più esigua area Marino. Una proposta chiaramente irricevibile. Sarebbe stato un suicidio politico per il circolo sacrificare militanti veri, che lavorano da tempo al radicamento del partito, per fare spazio ad emeriti sconosciuti. Alcuni di loro devono ricorrere al navigatore per raggiungere la sede cittadina dei Democratici. La sezione Pd di San Nicola la Strada è tra le più attive della provincia di Caserta. Non a caso negli ultimi anni ha sempre fatto registrare le percentuali più alte nelle diverse competizioni elettorali. Frutto ovviamente di un costante lavoro politico svolto a contatto con i cittadini. Ma al di là di tutto, e scendendo sul terreno “formale” di chi ha presentato il ricorso, si impongono alcune domande: ma se il congresso non sarebbe stato convocato a norma di statuto, perché Falco ha trattato sulla composizione del nuovo direttivo? E ancora: perché il vizio procedurale non è stato sollevato prima, ma solo dopo la celebrazione del congresso, e quindi a risultato (non)acquisito? Ecco, torniamo al nocciolo della questione. L’intervento a gamba tesa del consigliere comunale di Caserta nasconde una strategia occulta, ma in fondo semplice. Si vuole colpire Vito Marotta, segretario cittadino uscente, garante del congresso di San Nicola la Strada e componente della segreteria provinciale con delega proprio ai circoli. Ma anche qui siamo all’apparenza. Il vero bersaglio è Lucia Esposito, che si appresta a tornare in consiglio regionale dopo l’elezione di Nicola Caputo all’europarlamento.

Già ai tempi del congresso provinciale, quando Marino caldeggiava Peppe Roseto, mentre la Esposito sosteneva Vitale, il consigliere comunale della città capoluogo fece incetta di tessere (nel giorno della votazione per eleggere il nuovo segretario) per lanciare l’Opa, in vista delle Politiche, a una serie di circoli del collegio camerale di Caserta, tra cui quello di San Nicola la Strada. Nella sola giornata del voto per l’elezione del segretario provinciale andarono ai seggi, facendo richiesta di tesserarsi, oltre cento persone che non avevano mai orbitato attorno al Pd sannicolese. Tutti folgorati sulla via di Damasco e convertiti al credo Democratico? Strano. Al punto che l’allora segretario Marotta, rispondendo alla richiesta della commissione provinciale di garanzia sui requisiti previsti dallo statuto e dal codice etico, è stato più che mai esplicito: “In qualità di Segretario cittadino del Circolo di San Nicola la Strada, ho presieduto le operazioni di tesseramento del 2013 con attenzione e massima scrupolosità. Posso con certezza garantire che coloro i quali si sono tesserati, nella prima fase, nelle date stabilite dall’ufficio adesioni locale, si trovano tutti nella condizione personale di rispetto di quanto previsto dalle norme statutarie e dal Codice etico. Si tratta, infatti, – scrive Marotta – di persone tesserate anche negli anni passati, militanti che frequentano il Circolo con regolarità. Quanto a coloro che si sono tesserati, successivamente, durante le operazioni di voto per l’elezione del segretario provinciale, per larga parte degli stessi non sono in grado di poter garantire alcunché, né era mio compito effettuare verifiche preventive se non per il luogo di residenza e per il versamento della quota di iscrizione”. In altre parole, il tesseramento “ordinario” ha visto la partecipazione di vecchi iscritti e militanti, quello “giornaliero” (al momento del voto per indicare il nuovo segretario provinciale) è stato il festival dei “volti nuovi”.

Ma torniamo al punto politico. Il finto “caso” San Nicola è creato ad arte. Si inquadra infatti nello scenario più ampio della segreteria provinciale. Vitale ha annunciato che è necessario dare vita a un nuovo esecutivo alla luce del passaggio in maggioranza di Picierno e Marino. E qui arriviamo al cuore del problema. Alcuni nomi, come quello di Franco De Michele, Marco Villano e Pasquale Stellato, appaiono intoccabili. Altri che hanno deleghe “leggere” sono irrilevanti. Il bocconcino prelibato è Vito Marotta. A poco meno da un anno dalle elezioni regionali il posto di responsabile provinciale dei circoli è molto ambito. Fa gola a tutti. Soprattutto a chi considera, a giusta ragione, la Esposito l’avversaria più temibile sia alle future elezioni politiche (vedi Marino), sia alle regionali (vedi De Michele). La prima dei non eletti al Senato (un’ingiustizia che grida ancora vendetta) è ultimamente malvista anche da Stefano Graziano per aver appoggiato Caputo alle europee. Per non parlare della Picierno, che non si rassegna all’idea che in politica ci sono anche donne, come la Esposito, che hanno cervello e voti. Insomma, la neo consigliera regionale rappresenta un problema politico per la nuova maggioranza. E quale modo migliore per risolverlo se non quello di far fuori Marotta dalla segreteria prendendo al balzo l’inevitabile contrapposizione che si andrebbe a creare se il ricorso, evidentemente infondato, fosse preso in considerazione dai vertici provinciali. Finora il segretario facente finzione, pur essendo tra i destinatari dell’esposto dei “venti”, non ha ancora contattato Marotta. Forse ha dimenticato che è un componente del suo esecutivo? O forse i padroni del partito già gli ha detto che in pratica non ne fa più parte?

Mario De Michele

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